La Biblioteca del Seminario Teologico Centrale di Gorizia (attualmente biblioteca diocesana) iniziò a svilupparsi in concomitanza con l’inaugurazione del Seminario stesso, nel 1818. Lungi dallo svolgere la sua funzione pedagogica in rapporto alla sola realtà locale, il nuovo Istituto era sorto per volontà dell’imperatore Francesco I (non si dimentichi che Gorizia, città principale dell’omonima Contea, apparteneva ai domini ereditari degli Asburgo) quale punto di riferimento per la formazione di sacerdoti che facevano capo a tutte le diocesi del Litorale Austriaco. La biblioteca, negli anni, assorbì, tre le altre, le raccolte librarie del vescovo Francesco Filippo Inzaghi (1731-1816), del gesuita Giacomo Reyss (1735-1811), i residui della collezione dello scienziato goriziano Gian Giuseppe Barzellini (1730-1804), i volumi dell’arcivescovo di Gorizia Giuseppe Walland (morto nel 1834), i libri dei conventi domenicani di Capodistria e di Parenzo e i codici liturgici giunti dal tesoro della Basilica di Aquileia. Dal 1823 incamerò molto materiale traslato presso il seminario dalla Studienbibliothek della stessa Gorizia (importante per la cultura locale, essendo stato posseduto, in origine, dal Collegio gesuitico, chiuso nel 1773). Diretta, dal 1851, dal sacerdote Stefan Kociančič, uomo coltissimo, docente di Sacre Scritture e di Lingue Orientali, nonché solido filologo e glottologo, la biblioteca conobbe un forte declino con la Prima guerra mondiale (a causa sia degli eventi bellici, sia dei conseguenti mutamenti dell’assetto politico e territoriale), con gravi perdite nel patrimonio librario, divenendo quindi, prevalentemente, un istituto di conservazione.
La Biblioteca del Seminario teologico centrale di Gorizia / Gorian, Rudj. - (2009), pp. 69-74.
La Biblioteca del Seminario teologico centrale di Gorizia
Gorian. Rudj
2009-01-01
Abstract
La Biblioteca del Seminario Teologico Centrale di Gorizia (attualmente biblioteca diocesana) iniziò a svilupparsi in concomitanza con l’inaugurazione del Seminario stesso, nel 1818. Lungi dallo svolgere la sua funzione pedagogica in rapporto alla sola realtà locale, il nuovo Istituto era sorto per volontà dell’imperatore Francesco I (non si dimentichi che Gorizia, città principale dell’omonima Contea, apparteneva ai domini ereditari degli Asburgo) quale punto di riferimento per la formazione di sacerdoti che facevano capo a tutte le diocesi del Litorale Austriaco. La biblioteca, negli anni, assorbì, tre le altre, le raccolte librarie del vescovo Francesco Filippo Inzaghi (1731-1816), del gesuita Giacomo Reyss (1735-1811), i residui della collezione dello scienziato goriziano Gian Giuseppe Barzellini (1730-1804), i volumi dell’arcivescovo di Gorizia Giuseppe Walland (morto nel 1834), i libri dei conventi domenicani di Capodistria e di Parenzo e i codici liturgici giunti dal tesoro della Basilica di Aquileia. Dal 1823 incamerò molto materiale traslato presso il seminario dalla Studienbibliothek della stessa Gorizia (importante per la cultura locale, essendo stato posseduto, in origine, dal Collegio gesuitico, chiuso nel 1773). Diretta, dal 1851, dal sacerdote Stefan Kociančič, uomo coltissimo, docente di Sacre Scritture e di Lingue Orientali, nonché solido filologo e glottologo, la biblioteca conobbe un forte declino con la Prima guerra mondiale (a causa sia degli eventi bellici, sia dei conseguenti mutamenti dell’assetto politico e territoriale), con gravi perdite nel patrimonio librario, divenendo quindi, prevalentemente, un istituto di conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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