«(…) Nel presentare la mia traduzione italiana di Caleidoscopio non posso fare a meno di notare innanzitutto che lo scenario in cui si sviluppa il suo percorso conoscitivo è particolarmente consono al lettore italiano. L’ambiente fiorentino, alternato a quello spagnolo, è un bell’esempio di una perfetta compenetrazione del dato culturale e quello autobiografico nell’evento poetico, che trovano nell’esperienza del linguaggio la loro espressione. Tuttavia in Micó non avvertiamo alcuna impostazione “culturalista”… Caleidoscopio, come suggerisce il titolo stesso, nonostante la presenza di elementi “culturali”, non nasce da una percezione erudita o estetizzante della realtà, perché la sua prospettiva conoscitiva è, in definitiva, quella dell’uomo nudo di fronte alla realtà che gli si svela nella reciproca assenza di un progetto e nell’imprevedibile esperienza della parola. Nella percezione del poeta c’è una toccante solitudine che chiede subito al lettore una qualche condivisione. E non potrebbe essere diversamente per un io lirico che da sempre segue un cammino così intimo, ma al tempo stesso così esposto, direi quasi senza riserve e senza limiti prospettici, agli elementi essenziali della natura, all’esperienza umana di ogni tempo e all’avventura della parola…»
José María Micó, Caleidoscopio / Taravacci, Pietro. - STAMPA. - (2018).
José María Micó, Caleidoscopio
Pietro Taravacci
2018-01-01
Abstract
«(…) Nel presentare la mia traduzione italiana di Caleidoscopio non posso fare a meno di notare innanzitutto che lo scenario in cui si sviluppa il suo percorso conoscitivo è particolarmente consono al lettore italiano. L’ambiente fiorentino, alternato a quello spagnolo, è un bell’esempio di una perfetta compenetrazione del dato culturale e quello autobiografico nell’evento poetico, che trovano nell’esperienza del linguaggio la loro espressione. Tuttavia in Micó non avvertiamo alcuna impostazione “culturalista”… Caleidoscopio, come suggerisce il titolo stesso, nonostante la presenza di elementi “culturali”, non nasce da una percezione erudita o estetizzante della realtà, perché la sua prospettiva conoscitiva è, in definitiva, quella dell’uomo nudo di fronte alla realtà che gli si svela nella reciproca assenza di un progetto e nell’imprevedibile esperienza della parola. Nella percezione del poeta c’è una toccante solitudine che chiede subito al lettore una qualche condivisione. E non potrebbe essere diversamente per un io lirico che da sempre segue un cammino così intimo, ma al tempo stesso così esposto, direi quasi senza riserve e senza limiti prospettici, agli elementi essenziali della natura, all’esperienza umana di ogni tempo e all’avventura della parola…»File | Dimensione | Formato | |
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