Se illustre dottrina ha a più riprese evidenziato la centralità dell’atto introduttivo del giudizio di cognizione, in quanto atto che rappresenta l’“occasione più appropriata” per “una speculazione che investe la teoria dell’intero processo”, l’autrice ritorna sul tema focale dell’introduzione della causa, proponendosi di restituirne indagine sotto specifico angolo visuale e con approccio comparatistico. Lo studio affronta così un selezionato profilo controverso, che attraversa l’ordinamento nazionale come altri ad esso giuridicamente vicini e lontani: quello relativo alla c.d. specificità richiesta all’attore nel descrivere, in seno all’atto introduttivo del giudizio, la pretesa azionata. Nella cornice di questo più generale tema, che non poco ha segnato, in tempi meno recenti, le note teorie della sostanziazione ed individuazione della domanda, l’autrice indaga due questioni ancor’oggi attuali, alla luce dell’evolversi – e complicarsi – del contenzioso domestico (e non solo). Per un verso, quella relativa a quali fatti l’attore debba indicare nell’atto introduttivo onde renderlo valido, con quale precisione egli debba provvedervi ed a quale funzione siffatta indicazione, se necessaria, risponda. Per altro ma contiguo verso, l’autrice indaga se e come l’attore si trovi nelle condizioni di essere (sempre) a conoscenza di quei fatti e, ove non lo sia, se e come l’ordinamento (anche da un punto di vista processuale) lo metta nella posizione di guadagnarla. Muovendo dalla disciplina raccolta nell’art. 163 c.p.c., dedicata all’atto di citazione avanti al tribunale di primo grado – in combinato disposto con l’art. 164 c.p.c., relativo al regime di sua nullità –, lo studio si apre quindi all’analisi comparata con due selezionati ordinamenti, quello tedesco e statunitense, onde verificare quali soluzioni, di diritto positivo ed applicative, essi abbiano offerto sul punto. Fine interpretativo ultimo che questo volume prepara è una (eventuale ri-)lettura della disciplina interna di cui agli artt.163 e 164 c.p.c.
L'introduzione della causa tra sostanziazione e individuazione. Premesse teorico-ricostruttive / Dalla Bontà, S.. - STAMPA. - 12:(2018), pp. 1-356.
L'introduzione della causa tra sostanziazione e individuazione. Premesse teorico-ricostruttive
S. Dalla Bontà
2018-01-01
Abstract
Se illustre dottrina ha a più riprese evidenziato la centralità dell’atto introduttivo del giudizio di cognizione, in quanto atto che rappresenta l’“occasione più appropriata” per “una speculazione che investe la teoria dell’intero processo”, l’autrice ritorna sul tema focale dell’introduzione della causa, proponendosi di restituirne indagine sotto specifico angolo visuale e con approccio comparatistico. Lo studio affronta così un selezionato profilo controverso, che attraversa l’ordinamento nazionale come altri ad esso giuridicamente vicini e lontani: quello relativo alla c.d. specificità richiesta all’attore nel descrivere, in seno all’atto introduttivo del giudizio, la pretesa azionata. Nella cornice di questo più generale tema, che non poco ha segnato, in tempi meno recenti, le note teorie della sostanziazione ed individuazione della domanda, l’autrice indaga due questioni ancor’oggi attuali, alla luce dell’evolversi – e complicarsi – del contenzioso domestico (e non solo). Per un verso, quella relativa a quali fatti l’attore debba indicare nell’atto introduttivo onde renderlo valido, con quale precisione egli debba provvedervi ed a quale funzione siffatta indicazione, se necessaria, risponda. Per altro ma contiguo verso, l’autrice indaga se e come l’attore si trovi nelle condizioni di essere (sempre) a conoscenza di quei fatti e, ove non lo sia, se e come l’ordinamento (anche da un punto di vista processuale) lo metta nella posizione di guadagnarla. Muovendo dalla disciplina raccolta nell’art. 163 c.p.c., dedicata all’atto di citazione avanti al tribunale di primo grado – in combinato disposto con l’art. 164 c.p.c., relativo al regime di sua nullità –, lo studio si apre quindi all’analisi comparata con due selezionati ordinamenti, quello tedesco e statunitense, onde verificare quali soluzioni, di diritto positivo ed applicative, essi abbiano offerto sul punto. Fine interpretativo ultimo che questo volume prepara è una (eventuale ri-)lettura della disciplina interna di cui agli artt.163 e 164 c.p.c.File | Dimensione | Formato | |
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