Mentre le destinazioni colturali della parte preponderante delle campagne trentino-tirolesi avevano come prerogativa di fondo l’esigenza di soddisfare i bisogni alimentari delle popolazioni locali, le aziende agrarie di dimensioni più consistenti, soprattutto se condotte da personaggi che erano venuti maturando nel contesto del fanatisme agricole, che aveva cominciato a diffondersi nel corso del Settecento, miravano in termini sempre più convinti ad indirizzare le proprie produzioni al mercato. Il saggio analizza come in Casa Thun siano riscontrabili diversi inequivocabili segnali di una crescente attenzione per le dottrine fisiocratiche e per l’interesse che esse avevano prodotto per un’agricoltura più razionale. Sottolinea come la diffusione di qualsiasi tipo di conoscenza agraria, che si potesse rivelare foriera di contenuti innovativi rispetto alla metodologia tradizionale di conduzione della terra, consolidatasi come risultato di una prassi ormai secolare, avrebbe dovuto comportare il coinvolgimento delle menti culturalmente più aperte. Mette in rilievo come proprio tra gli esponenti del nobile casato siano rilevabili, tra la fine del XVIII secolo e il secolo successivo, alcune personalità capaci di muoversi lungo tale direttrice.
Le proprietà fondiarie dei Thun / Leonardi, Andrea. - STAMPA. - (2017), pp. 82-95.
Le proprietà fondiarie dei Thun
Leonardi, Andrea
2017-01-01
Abstract
Mentre le destinazioni colturali della parte preponderante delle campagne trentino-tirolesi avevano come prerogativa di fondo l’esigenza di soddisfare i bisogni alimentari delle popolazioni locali, le aziende agrarie di dimensioni più consistenti, soprattutto se condotte da personaggi che erano venuti maturando nel contesto del fanatisme agricole, che aveva cominciato a diffondersi nel corso del Settecento, miravano in termini sempre più convinti ad indirizzare le proprie produzioni al mercato. Il saggio analizza come in Casa Thun siano riscontrabili diversi inequivocabili segnali di una crescente attenzione per le dottrine fisiocratiche e per l’interesse che esse avevano prodotto per un’agricoltura più razionale. Sottolinea come la diffusione di qualsiasi tipo di conoscenza agraria, che si potesse rivelare foriera di contenuti innovativi rispetto alla metodologia tradizionale di conduzione della terra, consolidatasi come risultato di una prassi ormai secolare, avrebbe dovuto comportare il coinvolgimento delle menti culturalmente più aperte. Mette in rilievo come proprio tra gli esponenti del nobile casato siano rilevabili, tra la fine del XVIII secolo e il secolo successivo, alcune personalità capaci di muoversi lungo tale direttrice.File | Dimensione | Formato | |
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