La stagione del Giubileo ha costruito un’immagine diversa della città di Roma, fondata essenzialmente sulla capacità di organizzazione dei grandi eventi sociali e sulla tensione al cambiamento nelle politiche per la città. Soprattutto per quello che riguarda la gestione delle trasformazioni urbane si tratta di un’immagine duplice. Da una parte le nuove opere realizzate sulla spinta dell’evento giubilare e la gran mole di lavoro di sperimentazione sviluppato sui temi della progettualità e dell’innovazione; dall’altra la massa dei programmi rimasti ancora sulla carta; la difficile gestione delle fasi attuative degli interventi e degli appalti; le questioni irrisolte dei rapporti con i poteri centrali di veto come le soprintendenze. Con una visione molto sintetica si potrebbe affermare che a Roma, negli ultimi anni, alla forte carica progettuale espressa dalle strutture tecniche dell’amministrazione non ha corrisposto un’adeguata capacità di realizzazione. Si tratta di una questione di fondo che riguarda i modelli di organizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative; i tempi del cambiamento. E prende corpo nella distanza che ancora separa il complesso delle operazioni tecniche dal sistema delle decisioni politiche e dal mercato. Quali sono i motivi della difficoltà di realizzare progetti a Roma come altrove? Come è possibile sbloccare le strozzature che stanno rallentando i processi di trasformazione strutturale della città? Come garantire le imprese sulle regole e sui tempi dello sviluppo urbanistico? I ‘cento occhi’ del titolo della ricerca rappresentano altrettanti (dieci per ogni progetto) punti di vista di attori pubblici o privati delle trasformazioni osservate, ma anche dei gruppi sociali a vario titolo coinvolti. Corrispondono ad una griglia di lettura dei casi di studio che tende a far emergere dal ventaglio delle posizioni espresse gli aspetti problematici dei singoli interventi urbanistici, i risultati attesi, quelli conseguiti e gli eventuali conflitti generati. Si tratta di una sorta di controllo a campione. L’indagine non ha la pretesa di fornire un quadro completo ed esaustivo delle politiche dell’amministrazione per la città, tende a coglierne gli elementi cospicui e i punti critici in casi tra loro anche molto diversi; a capire come cambia la visione dei singoli progetti in rapporto ai differenti punti di vista. Dalla molteplicità degli sguardi emergono in particolare alcuni nodi problematici, che attraversano trasversalmente le recenti esperienze considerate e sono relativi agli elementi di funzionamento o di sconnessione della macchina di trasformazione urbana avviata a Roma negli ultimi anni. Questa sintesi riorganizza la lettura dei casi di studio a partire dalle questioni più ricorrenti messe in luce dall’indagine, con l’obiettivo di focalizzare una serie di indicazioni e proposte utili per un’agenda del cambiamento.
100 Occhi / Ricci, M.. - STAMPA. - (2001), pp. 1-119.
100 Occhi
Ricci M.
2001-01-01
Abstract
La stagione del Giubileo ha costruito un’immagine diversa della città di Roma, fondata essenzialmente sulla capacità di organizzazione dei grandi eventi sociali e sulla tensione al cambiamento nelle politiche per la città. Soprattutto per quello che riguarda la gestione delle trasformazioni urbane si tratta di un’immagine duplice. Da una parte le nuove opere realizzate sulla spinta dell’evento giubilare e la gran mole di lavoro di sperimentazione sviluppato sui temi della progettualità e dell’innovazione; dall’altra la massa dei programmi rimasti ancora sulla carta; la difficile gestione delle fasi attuative degli interventi e degli appalti; le questioni irrisolte dei rapporti con i poteri centrali di veto come le soprintendenze. Con una visione molto sintetica si potrebbe affermare che a Roma, negli ultimi anni, alla forte carica progettuale espressa dalle strutture tecniche dell’amministrazione non ha corrisposto un’adeguata capacità di realizzazione. Si tratta di una questione di fondo che riguarda i modelli di organizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative; i tempi del cambiamento. E prende corpo nella distanza che ancora separa il complesso delle operazioni tecniche dal sistema delle decisioni politiche e dal mercato. Quali sono i motivi della difficoltà di realizzare progetti a Roma come altrove? Come è possibile sbloccare le strozzature che stanno rallentando i processi di trasformazione strutturale della città? Come garantire le imprese sulle regole e sui tempi dello sviluppo urbanistico? I ‘cento occhi’ del titolo della ricerca rappresentano altrettanti (dieci per ogni progetto) punti di vista di attori pubblici o privati delle trasformazioni osservate, ma anche dei gruppi sociali a vario titolo coinvolti. Corrispondono ad una griglia di lettura dei casi di studio che tende a far emergere dal ventaglio delle posizioni espresse gli aspetti problematici dei singoli interventi urbanistici, i risultati attesi, quelli conseguiti e gli eventuali conflitti generati. Si tratta di una sorta di controllo a campione. L’indagine non ha la pretesa di fornire un quadro completo ed esaustivo delle politiche dell’amministrazione per la città, tende a coglierne gli elementi cospicui e i punti critici in casi tra loro anche molto diversi; a capire come cambia la visione dei singoli progetti in rapporto ai differenti punti di vista. Dalla molteplicità degli sguardi emergono in particolare alcuni nodi problematici, che attraversano trasversalmente le recenti esperienze considerate e sono relativi agli elementi di funzionamento o di sconnessione della macchina di trasformazione urbana avviata a Roma negli ultimi anni. Questa sintesi riorganizza la lettura dei casi di studio a partire dalle questioni più ricorrenti messe in luce dall’indagine, con l’obiettivo di focalizzare una serie di indicazioni e proposte utili per un’agenda del cambiamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione