Nel corso del XIX secolo nelle diverse regioni alpine si aprirono progressivamente, grazie al crescente afflusso di turisti, delle opportunità di enorme rilievo, che cominciarono ad essere colte tanto dagli operatori economici locali, quanto da un'imprenditoria proveniente dall'esterno, convinta delle potenzialità che l'espansione turistica avrebbe potuto esprimere. Il saggio mette in evidenza come gli imprenditori provenienti dall'esterno abbiano agito su un terreno che era pressoché completamente nuovo per le regioni alpine: quello della creazione di poli alberghieri "di rango", capaci di rispondere ad una clientela fondamentalmente élitaria, portatrice di una domanda decisamente sostenuta. Segue quindi la genesi dei primi Grand Hotel, sorti dapprima nelle Alpi occidentali, per allargarsi poi, passando dall’alta Engadina, a diversi altri contesti del territorio alpino e prealpino. Mette quindi in rilievo come, grazie soprattutto ad una serie incisiva di investimenti provenienti dall'esterno, capaci di coinvolgere anche forze imprenditoriali locali, abbiano preso vita delle forme di ospitalità di alto profilo qualitativo, a cui vennero affiancandosi locande e piccoli alberghi, promossi da operatori del posto, originando un tessuto ricettivo che andò gradualmente acquisendo consistenza, fino ad imporsi - durante la belle époque - a livello internazionale. Analizzando nello specifico l’iniziativa assunta dal Verein für Alpenhotels in Tirol, ideata e promossa da uno degli artefici di maggior rilievo del take off turistico in area tirolese: Theodor Christomannos, il saggio sottolinea come l’avvento del turismo abbia cambiato la fisionomia economica di diversi territori alpini, con rilevanti conseguenze anche sul piano sociale.
I Grand Hotel come motore dello sviluppo turistico in area alpina / Leonardi, Andrea. - STAMPA. - (2017), pp. 9-36.
I Grand Hotel come motore dello sviluppo turistico in area alpina
Leonardi, Andrea
2017-01-01
Abstract
Nel corso del XIX secolo nelle diverse regioni alpine si aprirono progressivamente, grazie al crescente afflusso di turisti, delle opportunità di enorme rilievo, che cominciarono ad essere colte tanto dagli operatori economici locali, quanto da un'imprenditoria proveniente dall'esterno, convinta delle potenzialità che l'espansione turistica avrebbe potuto esprimere. Il saggio mette in evidenza come gli imprenditori provenienti dall'esterno abbiano agito su un terreno che era pressoché completamente nuovo per le regioni alpine: quello della creazione di poli alberghieri "di rango", capaci di rispondere ad una clientela fondamentalmente élitaria, portatrice di una domanda decisamente sostenuta. Segue quindi la genesi dei primi Grand Hotel, sorti dapprima nelle Alpi occidentali, per allargarsi poi, passando dall’alta Engadina, a diversi altri contesti del territorio alpino e prealpino. Mette quindi in rilievo come, grazie soprattutto ad una serie incisiva di investimenti provenienti dall'esterno, capaci di coinvolgere anche forze imprenditoriali locali, abbiano preso vita delle forme di ospitalità di alto profilo qualitativo, a cui vennero affiancandosi locande e piccoli alberghi, promossi da operatori del posto, originando un tessuto ricettivo che andò gradualmente acquisendo consistenza, fino ad imporsi - durante la belle époque - a livello internazionale. Analizzando nello specifico l’iniziativa assunta dal Verein für Alpenhotels in Tirol, ideata e promossa da uno degli artefici di maggior rilievo del take off turistico in area tirolese: Theodor Christomannos, il saggio sottolinea come l’avvento del turismo abbia cambiato la fisionomia economica di diversi territori alpini, con rilevanti conseguenze anche sul piano sociale.File | Dimensione | Formato | |
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