La traduzione di No amanece el cantor, breve raccolta poetica che José Ángel Valente (1929-2000) pubblicò nel 1992, offre al lettore italiano la possibilità di accedere all’opera di uno dei maggiori poeti spagnoli del secondo Novecento. Valente e la sua produzione da tempo suscitano in Italia un forte interesse, come dimostra l’accoglienza dell’antologia Per isole remote. Poesie (1953-2000), apparsa nel 2008. La pubblicazione di Non si desta il cantore s’inserisce in una linea di studi attenta all’esplorazione dei testi letterari attraverso la traduzione intesa come strumento critico-interpretativo ed esperienza estetica. In questa prospettiva, la raccolta s’impone all’attenzione del lettore per la particolarità di una scrittura lirica che abbandona il verso in favore della prosa, senza però perdere l’assetto ritmico e la densa sobrietà propri della poetica dell’autore. L’opera, dalla brevità fulminante, in delicato equilibrio tra il grido e il silenzio e portatrice di una tensione evidente fin dal rapporto tra la prima e la seconda parte (Paisaje con pájaros amarillos, scritta dopo la morte del figlio del poeta), affronta la radicale sfida di conciliare la scelta estetica di una lirica che tende a negare le tracce di un soggetto empirico e sentimentale con il dolore straziante della perdita personale e dell’assenza. Un’assenza, dunque, che non è solo occasione nuova ma diventa dimora, ragione ultima della voce poetica di Valente e della modernità.

Non si desta il cantore

Taravacci, Pietro
2016-01-01

Abstract

La traduzione di No amanece el cantor, breve raccolta poetica che José Ángel Valente (1929-2000) pubblicò nel 1992, offre al lettore italiano la possibilità di accedere all’opera di uno dei maggiori poeti spagnoli del secondo Novecento. Valente e la sua produzione da tempo suscitano in Italia un forte interesse, come dimostra l’accoglienza dell’antologia Per isole remote. Poesie (1953-2000), apparsa nel 2008. La pubblicazione di Non si desta il cantore s’inserisce in una linea di studi attenta all’esplorazione dei testi letterari attraverso la traduzione intesa come strumento critico-interpretativo ed esperienza estetica. In questa prospettiva, la raccolta s’impone all’attenzione del lettore per la particolarità di una scrittura lirica che abbandona il verso in favore della prosa, senza però perdere l’assetto ritmico e la densa sobrietà propri della poetica dell’autore. L’opera, dalla brevità fulminante, in delicato equilibrio tra il grido e il silenzio e portatrice di una tensione evidente fin dal rapporto tra la prima e la seconda parte (Paisaje con pájaros amarillos, scritta dopo la morte del figlio del poeta), affronta la radicale sfida di conciliare la scelta estetica di una lirica che tende a negare le tracce di un soggetto empirico e sentimentale con il dolore straziante della perdita personale e dell’assenza. Un’assenza, dunque, che non è solo occasione nuova ma diventa dimora, ragione ultima della voce poetica di Valente e della modernità.
2016
Alessandria
Edizioni dell'Orso
9788862746960
Taravacci, Pietro
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