Il libro è originato da un’assunzione di campo implicita che si appalesa nella successione dei tredici capitoli (nove Capitoli tematici e quatto “Prove”): l’architettura è l’arte di progettare luoghi attraverso manufatti: l’architettura del luogo rimane l’elemento caratterizzante del progetto architettonico. Alla base del ragionamento è la centralità delle “relazioni” nelle procedure compositive – in particolare in quelle a valenza urbana e paesaggistica: relazioni spaziali, topologiche, dinamiche e temporali, fra elementi (a comporre edifici), fra oggetti (a comporre spazi e complessi urbani), fra architetture e forme geografiche (a comporre luoghi e paesaggi). Il procedimento compositivo, che sta alla base del progetto moderno, è infatti parimente efficace alle diverse scale: in primis composizione di edifici o parti di edifici tra di loro messi in una specifica relazione posizionale per fissare un luogo, per dargli una (nuova) figurazione architettonica. Le procedure di questo caso, tipico delle architetture urbane, hanno origine, nella procedura compositiva durandiana, alla scala del manufatto. Il libro parte da questa acquisizione illuministica dell’architettura, per estendere al suo limite l’applicazione la procedura: dall’edificio al progetto di area e al campo extraurbano, al paesaggio. Composizione, in questa accezione, è dunque esercizio di collocazione (nello spazio) degli elementi o delle parti capace di istituire relazioni fra le parti. Il libro sviluppa un percorso logico dalla composizione architettonica e urbana al progetto di paesaggio come una evoluzione conseguente, dal semplice al complesso: dalle “tecniche” compositive di montaggio delle parti nell’edificio alle tracce di architettura dinamica e narrativa, per suggerire infine una propria risposta spaziale e architettonica al tema del progetto di paesaggio. Nel libro questi passaggi epistemologici sono accompagnati dalle pagine a fondo grigio – le quattro “Verifiche” - che si intercalano ai capitoli tematici mostrando i progetti dell’autore come prove applicative di tenuta delle tesi espresse nei capitoli che le precedono. Le verifiche danno anche testimonianza di uno sviluppo personale che rimonta alla storia recente (ma non troppo) della Scuola di Venezia. Può sembrare irrituale il percorso, delineato dal libro, che da un insegnamento fondato su canoni fortemente classici e razionalisti e su una poetica progettuale profondamente radicata nelle tecniche dell’astrazione, porta al recupero dei grandi temi – troppo spesso dimenticati- dell’architettura organica, del neoplasticismo e del paesaggio come matrici non riconosciute di molte architetture contemporanee. E’ proprio in questo passaggio, da procedimenti fondativi di progettazione analitica, basati sulla geometria e sull’astrazione, a procedimenti progettuali strutturati sulla processualità, su trasformazioni graduali e ininterrotte, su categorie spaziali, percettive e formali in continuo dinamico divenire, il germe di una evoluzione che porta dalla ricerca compositivo-architettonica dei primi capitoli al progetto di paesaggio quale campo di sperimentazione applicativo ma anche come terreno di ricerca di metodo. In questo percorso trovano spazio le procedure progettuali di land-architecture, applicate alla costruzione su terreni in pendio, al dialogo fra i dati figurali del paesaggio agrario o montano e le forme del progetto di spazi e volumi connotati dalla fluidità, dalla percezione in movimento. Sono progetti di ingegneria infrastrutturale, ponti e viadotti, che caratterizzano la ricerca sperimentale più recente, testimoniata dai progetti dell’autore, ocumentati nella quarta “Verifica”: “architetture topografiche” che significative tangenze in larghi settori della progettazione del paesaggio antropico contemporaneo.

Archiluogo: la composizione del paesaggio

Lamanna, Claudio
2008-01-01

Abstract

Il libro è originato da un’assunzione di campo implicita che si appalesa nella successione dei tredici capitoli (nove Capitoli tematici e quatto “Prove”): l’architettura è l’arte di progettare luoghi attraverso manufatti: l’architettura del luogo rimane l’elemento caratterizzante del progetto architettonico. Alla base del ragionamento è la centralità delle “relazioni” nelle procedure compositive – in particolare in quelle a valenza urbana e paesaggistica: relazioni spaziali, topologiche, dinamiche e temporali, fra elementi (a comporre edifici), fra oggetti (a comporre spazi e complessi urbani), fra architetture e forme geografiche (a comporre luoghi e paesaggi). Il procedimento compositivo, che sta alla base del progetto moderno, è infatti parimente efficace alle diverse scale: in primis composizione di edifici o parti di edifici tra di loro messi in una specifica relazione posizionale per fissare un luogo, per dargli una (nuova) figurazione architettonica. Le procedure di questo caso, tipico delle architetture urbane, hanno origine, nella procedura compositiva durandiana, alla scala del manufatto. Il libro parte da questa acquisizione illuministica dell’architettura, per estendere al suo limite l’applicazione la procedura: dall’edificio al progetto di area e al campo extraurbano, al paesaggio. Composizione, in questa accezione, è dunque esercizio di collocazione (nello spazio) degli elementi o delle parti capace di istituire relazioni fra le parti. Il libro sviluppa un percorso logico dalla composizione architettonica e urbana al progetto di paesaggio come una evoluzione conseguente, dal semplice al complesso: dalle “tecniche” compositive di montaggio delle parti nell’edificio alle tracce di architettura dinamica e narrativa, per suggerire infine una propria risposta spaziale e architettonica al tema del progetto di paesaggio. Nel libro questi passaggi epistemologici sono accompagnati dalle pagine a fondo grigio – le quattro “Verifiche” - che si intercalano ai capitoli tematici mostrando i progetti dell’autore come prove applicative di tenuta delle tesi espresse nei capitoli che le precedono. Le verifiche danno anche testimonianza di uno sviluppo personale che rimonta alla storia recente (ma non troppo) della Scuola di Venezia. Può sembrare irrituale il percorso, delineato dal libro, che da un insegnamento fondato su canoni fortemente classici e razionalisti e su una poetica progettuale profondamente radicata nelle tecniche dell’astrazione, porta al recupero dei grandi temi – troppo spesso dimenticati- dell’architettura organica, del neoplasticismo e del paesaggio come matrici non riconosciute di molte architetture contemporanee. E’ proprio in questo passaggio, da procedimenti fondativi di progettazione analitica, basati sulla geometria e sull’astrazione, a procedimenti progettuali strutturati sulla processualità, su trasformazioni graduali e ininterrotte, su categorie spaziali, percettive e formali in continuo dinamico divenire, il germe di una evoluzione che porta dalla ricerca compositivo-architettonica dei primi capitoli al progetto di paesaggio quale campo di sperimentazione applicativo ma anche come terreno di ricerca di metodo. In questo percorso trovano spazio le procedure progettuali di land-architecture, applicate alla costruzione su terreni in pendio, al dialogo fra i dati figurali del paesaggio agrario o montano e le forme del progetto di spazi e volumi connotati dalla fluidità, dalla percezione in movimento. Sono progetti di ingegneria infrastrutturale, ponti e viadotti, che caratterizzano la ricerca sperimentale più recente, testimoniata dai progetti dell’autore, ocumentati nella quarta “Verifica”: “architetture topografiche” che significative tangenze in larghi settori della progettazione del paesaggio antropico contemporaneo.
2008
Firenze
Alinea
9788860553201
Lamanna, Claudio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11572/13788
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