Le parole ‘strane’, cioè formalmente curiose, devono la loro stranezza una condizione di isolamento nel lessico, che sul piano storico spesso corrisponde a una loro particolare resistenza all’etimologia. Questo volume si compone di undici studi ripartiti in tre sezioni, due delle quali formate da etimologie di parole italiane di aspetto appunto curioso. Nella prima parte – Parole strane – si discute dell’origine di tre parole piuttosto comuni (stregua, scagnozzo, iosa), mentre nella seconda – Hapax e altre rarità lessicali – si esaminano cinque voci del tutto peregrine, ugualmente strane e per di più rarissime (isonne, baliere, boncio, gandavugli, guarmine). Nella terza parte – Altre stranezze – si prendono in esame usi linguistici o grafici a prima vista aberranti: l’espressione un paio di nozze, un tempo usata per indicare semplicemente un matrimonio; le sgrammaticature di un sonetto di Luigi Pulci; l’affollamento degli accenti in una delle prime antologie a stampa della lirica italiana, la cosiddetta Giuntina di rime antiche (1527). I casi strani sono accomunati dal fatto che per ciascuno di essi si propone il recupero di un modello non più evidente.
Parole strane: etimologie e altra linguistica
Parenti, Alessandro
2015-01-01
Abstract
Le parole ‘strane’, cioè formalmente curiose, devono la loro stranezza una condizione di isolamento nel lessico, che sul piano storico spesso corrisponde a una loro particolare resistenza all’etimologia. Questo volume si compone di undici studi ripartiti in tre sezioni, due delle quali formate da etimologie di parole italiane di aspetto appunto curioso. Nella prima parte – Parole strane – si discute dell’origine di tre parole piuttosto comuni (stregua, scagnozzo, iosa), mentre nella seconda – Hapax e altre rarità lessicali – si esaminano cinque voci del tutto peregrine, ugualmente strane e per di più rarissime (isonne, baliere, boncio, gandavugli, guarmine). Nella terza parte – Altre stranezze – si prendono in esame usi linguistici o grafici a prima vista aberranti: l’espressione un paio di nozze, un tempo usata per indicare semplicemente un matrimonio; le sgrammaticature di un sonetto di Luigi Pulci; l’affollamento degli accenti in una delle prime antologie a stampa della lirica italiana, la cosiddetta Giuntina di rime antiche (1527). I casi strani sono accomunati dal fatto che per ciascuno di essi si propone il recupero di un modello non più evidente.File | Dimensione | Formato | |
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