Il sistema economico capitalistico si è sviluppato seguendo vari percorsi evolutivi, che hanno interessato luoghi ed epoche diverse. Tra i molti elementi che hanno condizionato tali percorsi, due processi in particolare hanno rivestito un ruolo cruciale: l’accumulazione di capitale e la divisione del lavoro. Come tali processi siano interrelati è descritto efficacemente da Adam Smith, il quale mette in relazione la ricchezza di una nazione da un lato con la produttività del lavoro e dall’altro con la proporzione tra lavoro produttivo e lavoro improduttivo. La prima dipende dallo stato della divisione del lavoro, la seconda dall’accumulazione del capitale. A sua volta, il processo che porta ad ampliare e ad approfondire la divisione del lavoro è legato alla dimensione del mercato e, ancora una volta, all’accumulazione del capitale. Nella trasformazione di un sistema di tipo pre-capitalistico in uno di tipo capitalistico vi sono quindi dei passaggi-chiave, la cui espressione dipende dalle condizioni storiche, sociali ed istituzionali, ma anche dall’emergere di opportunità innovative ed economiche e di figure disposte a sfruttarle. Nel saggio si analizzano taluni di questi aspetti, evidenziandone, con l’ausilio di un semplice schema analitico, i collegamenti con le dinamiche del sistema, in particolare nelle fasi che precedono snodi evolutivi cruciali. Lo stato del sistema è rappresentato, nelle diverse fasi, con le caratteristiche cruciali e le eventuali alternative; in particolare, in ciascuna fase si considerano lo stato del sistema dei prezzi, di quello delle quantità e l’assetto distributivo, nelle ipotizzate condizioni competitive, per evidenziare gli elementi che di volta in volta costituiscono la premessa alla successiva trasformazione del sistema. La prima delle fasi evolutive è rappresentata da un’economia che potremmo definire di tipo “feudale”, dove la proprietà della terra è concentrata in poche mani, l’attività agricola è tecnologicamente arretrata e la produzione negli altri settori è di tipo individuale. Tale economia genera un sovrappiù ed è l’accumulazione di tale sovrappiù che costituisce una delle basi fondamentali per l’evoluzione successiva. Tale condizione è necessaria, ma non sufficiente: il passaggio ad un sistema di tipo capitalistico non costituisce un percorso scontato, ma deriva dalla combinazione di disponibilità di capitale, di opportunità e di soggetti disposti a fruttarle. Similmente, nello stadio successivo, nel quale l’organizzazione di tipo capitalistico si diffonde a tutti i settori di attività, l’assetto dinamico del sistema può essere diverso a seconda delle caratteristiche sociali e istituzionali e dell’atteggiamento dei soggetti che assumono le decisioni economiche (dal lato della produzione, come da quello della spesa). Questo percorso evolutivo è descritto mediante la rappresentazione stilizzata di un sistema economico organizzato inizialmente in forme pre-capitalistiche, caratterizzato da una serie di relazioni tra i gruppi di attori economici, il cui funzionamento pone le premesse – necessarie, ma non sufficienti – per le profonde trasformazioni successive. Successivamente, si passa ad una raffigurazione della fase “pionieristica”, nella quale la figura del capitalista-imprenditore forzerà le consuetudini esistenti, introducendo progressivamente una nuova struttura dei rapporti di produzione. Infine, si prendono in considerazione le caratteristiche di un sistema capitalistico “maturo”, evidenziandone le diverse problematiche rispetto alle fasi precedenti si focalizza l’attenzione sugli elementi chiave della trasformazione del sistema.

Divisione del lavoro, dinamica economica e stadi stilizzatidello sviluppo economico.

Pegoretti, Giovanni
2012-01-01

Abstract

Il sistema economico capitalistico si è sviluppato seguendo vari percorsi evolutivi, che hanno interessato luoghi ed epoche diverse. Tra i molti elementi che hanno condizionato tali percorsi, due processi in particolare hanno rivestito un ruolo cruciale: l’accumulazione di capitale e la divisione del lavoro. Come tali processi siano interrelati è descritto efficacemente da Adam Smith, il quale mette in relazione la ricchezza di una nazione da un lato con la produttività del lavoro e dall’altro con la proporzione tra lavoro produttivo e lavoro improduttivo. La prima dipende dallo stato della divisione del lavoro, la seconda dall’accumulazione del capitale. A sua volta, il processo che porta ad ampliare e ad approfondire la divisione del lavoro è legato alla dimensione del mercato e, ancora una volta, all’accumulazione del capitale. Nella trasformazione di un sistema di tipo pre-capitalistico in uno di tipo capitalistico vi sono quindi dei passaggi-chiave, la cui espressione dipende dalle condizioni storiche, sociali ed istituzionali, ma anche dall’emergere di opportunità innovative ed economiche e di figure disposte a sfruttarle. Nel saggio si analizzano taluni di questi aspetti, evidenziandone, con l’ausilio di un semplice schema analitico, i collegamenti con le dinamiche del sistema, in particolare nelle fasi che precedono snodi evolutivi cruciali. Lo stato del sistema è rappresentato, nelle diverse fasi, con le caratteristiche cruciali e le eventuali alternative; in particolare, in ciascuna fase si considerano lo stato del sistema dei prezzi, di quello delle quantità e l’assetto distributivo, nelle ipotizzate condizioni competitive, per evidenziare gli elementi che di volta in volta costituiscono la premessa alla successiva trasformazione del sistema. La prima delle fasi evolutive è rappresentata da un’economia che potremmo definire di tipo “feudale”, dove la proprietà della terra è concentrata in poche mani, l’attività agricola è tecnologicamente arretrata e la produzione negli altri settori è di tipo individuale. Tale economia genera un sovrappiù ed è l’accumulazione di tale sovrappiù che costituisce una delle basi fondamentali per l’evoluzione successiva. Tale condizione è necessaria, ma non sufficiente: il passaggio ad un sistema di tipo capitalistico non costituisce un percorso scontato, ma deriva dalla combinazione di disponibilità di capitale, di opportunità e di soggetti disposti a fruttarle. Similmente, nello stadio successivo, nel quale l’organizzazione di tipo capitalistico si diffonde a tutti i settori di attività, l’assetto dinamico del sistema può essere diverso a seconda delle caratteristiche sociali e istituzionali e dell’atteggiamento dei soggetti che assumono le decisioni economiche (dal lato della produzione, come da quello della spesa). Questo percorso evolutivo è descritto mediante la rappresentazione stilizzata di un sistema economico organizzato inizialmente in forme pre-capitalistiche, caratterizzato da una serie di relazioni tra i gruppi di attori economici, il cui funzionamento pone le premesse – necessarie, ma non sufficienti – per le profonde trasformazioni successive. Successivamente, si passa ad una raffigurazione della fase “pionieristica”, nella quale la figura del capitalista-imprenditore forzerà le consuetudini esistenti, introducendo progressivamente una nuova struttura dei rapporti di produzione. Infine, si prendono in considerazione le caratteristiche di un sistema capitalistico “maturo”, evidenziandone le diverse problematiche rispetto alle fasi precedenti si focalizza l’attenzione sugli elementi chiave della trasformazione del sistema.
2012
Economia come scienza sociale - Teoria, istituzioni, storia
Bologna
Il Mulino
9788815241092
Pegoretti, Giovanni
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