Il diritto del lavoro è stato a lungo studiato come sistema di regole a dimensione esclusivamente nazionale. Però, di fronte a stagioni politiche (non solo italiane) trainate dalla devoluzione dei poteri dal centro alla periferia, il percorso di rivalutazione della “dimensione territoriale” delle regole del diritto del lavoro stenta. Trasformazioni istituzionali e di grande impatto sulla disciplina dei rapporti di lavoro (e sul ruolo del sindacato) hanno irrigidito i percorsi della regolazione su scala territoriale. Di più, viene paradossalmente rafforzandosi l'effetto che la differenziazione delle regole del diritto del lavoro su scala territoriale conduca soltanto ad una frantumazione irreversibile della prospettiva unitaria. E' invece vero che il territorio (la categoria unificante considerata in passato punto d’arrivo) può essere intesa anche come punto di partenza. Nell’ambito di valori pluralistici, esso può costituire collante virtuoso e significativo di nuova e diversa stabilizzatore sociale. La valorizzazione della pluralità territoriale sub-nazionale può divenire così un nuovo e ulteriore punto di riferimento logico per il giurista del lavoro. In questa chiave, il volume affronta le opportunità (e le difficoltà) della regolazione territoriale gius-lavoristica dopo la riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione italiana, anche alla luce del cospicuo contenzioso costituzionale, soffermandosi altresì sulla prospettiva offerta dai processi dell'integrazione europea.

Il diritto del lavoro nella riforma costituzionale. Esperienze, modelli e tecniche di regolazione territoriale.

Salomone, Riccardo
2005-01-01

Abstract

Il diritto del lavoro è stato a lungo studiato come sistema di regole a dimensione esclusivamente nazionale. Però, di fronte a stagioni politiche (non solo italiane) trainate dalla devoluzione dei poteri dal centro alla periferia, il percorso di rivalutazione della “dimensione territoriale” delle regole del diritto del lavoro stenta. Trasformazioni istituzionali e di grande impatto sulla disciplina dei rapporti di lavoro (e sul ruolo del sindacato) hanno irrigidito i percorsi della regolazione su scala territoriale. Di più, viene paradossalmente rafforzandosi l'effetto che la differenziazione delle regole del diritto del lavoro su scala territoriale conduca soltanto ad una frantumazione irreversibile della prospettiva unitaria. E' invece vero che il territorio (la categoria unificante considerata in passato punto d’arrivo) può essere intesa anche come punto di partenza. Nell’ambito di valori pluralistici, esso può costituire collante virtuoso e significativo di nuova e diversa stabilizzatore sociale. La valorizzazione della pluralità territoriale sub-nazionale può divenire così un nuovo e ulteriore punto di riferimento logico per il giurista del lavoro. In questa chiave, il volume affronta le opportunità (e le difficoltà) della regolazione territoriale gius-lavoristica dopo la riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione italiana, anche alla luce del cospicuo contenzioso costituzionale, soffermandosi altresì sulla prospettiva offerta dai processi dell'integrazione europea.
2005
Padova
CEDAM
9788813261429
Salomone, Riccardo
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