Questo studio analizza il concetto della precauzione nella responsabilità civile esplorando i diversi profili di responsabilità nascenti dal verificarsi del danno da contagio per via ematica. Per le sue caratteristiche fenomenologiche questa tipologia di danno è sembrata un banco di prova ideale per testare la convinzione che il rischio, la sua natura e le sue caratteristiche (e la loro unitaria considerazione alla luce della necessità di valutare attentamente il ruolo svolto dagli agenti nell’esplicarsi dei comportamenti atti a gestire il rischio, per prevenire il verificarsi del danno) assumano una funzione interpretativa irrinunciabile per quanti implementano le regole che sostanziano la tutela risarcitoria concessa alle vittime di un evento dannoso, quando il prodursi del danno sia associato alla conduzione di attività che possono definirsi “ad alto rischio tecnologico”. Nel corso dello studio si verifica come il ricorso interpretativo al concetto della precauzione non si esaurisca in un espediente retorico, ma consista in un criterio ermeneutico sistematico che si presta ad essere applicato ad una gamma di attività caratterizzate dalla loro rispondenza ad alcuni fattori tipo, la cui compresenza ha il merito di segnalare al giurista la necessità di porre il concetto della precauzione al centro dell’analisi volta ad identificare le caratteristiche della regola di imputazione del danno applicabile, quando tali attività esprimano alti coefficienti di rischio di danno, quest’ultimo sia tale da non escludere l’eventualità di reificarsi in proporzioni catastrofiche, e la potenziale vittima non possa esercitare alcun ruolo precauzionale rispetto al danno stesso. Per attività ad alto rischio tecnologico possono intendersi le attività: 1) a prevenzione unilaterale da parte degli agenti; 2) ad elevato contenuto tecnologico; 3) ove le decisioni degli agenti sono costrette ad esplicarsi in un contesto conoscitivo socratico, caratterizzato dal continuo mutare del quadro delle informazioni scientifiche necessarie per svolgere l’attività in sicurezza; 4) ove gli errori nei processi decisionali degli agenti sono suscettibili di produrre eventi dannosi di magnitudine catastrofica. In questa prospettiva questo studio mette in luce come, di fronte al verificarsi di un danno che vive in un rapporto simbiotico con il rischio (quale appunto è il danno da contagio post-trasfusionale) e che risponde alle caratterizzazioni tassonomiche appena ricordate, la chiave interpretativa individuata (l’analisi del rischio in relazione alle capacità di agire in precauzione dei soggetti che possono prevenire il danno) contribuisca a dipanare in modo sistematico e coerente i molti nodi problematici che l’applicazione delle regole di responsabilità civile ai diversi soggetti coinvolti nella causazione del danno preso in esame rende necessario dirimere. L’analisi del concetto della precauzione si rivela essenziale per guidare l’interprete attraverso le mobili frontiere della causalità giuridica, quando sia necessario stabilire se chi abbia contribuito con la sua condotta illecita ad esporre un terzo al rischio di subire un danno prevenibile da altri soggetti, debba rispondere di questo danno. L’analisi delle regole di responsabilità civile in funzione della loro capacità di esprimere un ideale precauzionale anticipato consente di evidenziare in chiave di comparazione istituzionale le ragioni giureconomiche che rendono desiderabile applicare al soggetto che fornisce e controlla una sostanza foriera di rischi non completamente eliminabili un criterio di imputazione del danno idoneo ad incentivare gli agenti a sviluppare ed implementare iniziative di prevenzione del danno senza attendere passivamente le determinazioni vincolanti adottate dalle autorità di controllo regolamentari.

La precauzione nella responsabilità civile: analisi di un concetto sul tema del danno da contagio per via trasfusionale / Izzo, Umberto. - ELETTRONICO. - (2007), pp. 1-725. [10.15168/11572_69519]

La precauzione nella responsabilità civile: analisi di un concetto sul tema del danno da contagio per via trasfusionale

Izzo, Umberto
2007-01-01

Abstract

Questo studio analizza il concetto della precauzione nella responsabilità civile esplorando i diversi profili di responsabilità nascenti dal verificarsi del danno da contagio per via ematica. Per le sue caratteristiche fenomenologiche questa tipologia di danno è sembrata un banco di prova ideale per testare la convinzione che il rischio, la sua natura e le sue caratteristiche (e la loro unitaria considerazione alla luce della necessità di valutare attentamente il ruolo svolto dagli agenti nell’esplicarsi dei comportamenti atti a gestire il rischio, per prevenire il verificarsi del danno) assumano una funzione interpretativa irrinunciabile per quanti implementano le regole che sostanziano la tutela risarcitoria concessa alle vittime di un evento dannoso, quando il prodursi del danno sia associato alla conduzione di attività che possono definirsi “ad alto rischio tecnologico”. Nel corso dello studio si verifica come il ricorso interpretativo al concetto della precauzione non si esaurisca in un espediente retorico, ma consista in un criterio ermeneutico sistematico che si presta ad essere applicato ad una gamma di attività caratterizzate dalla loro rispondenza ad alcuni fattori tipo, la cui compresenza ha il merito di segnalare al giurista la necessità di porre il concetto della precauzione al centro dell’analisi volta ad identificare le caratteristiche della regola di imputazione del danno applicabile, quando tali attività esprimano alti coefficienti di rischio di danno, quest’ultimo sia tale da non escludere l’eventualità di reificarsi in proporzioni catastrofiche, e la potenziale vittima non possa esercitare alcun ruolo precauzionale rispetto al danno stesso. Per attività ad alto rischio tecnologico possono intendersi le attività: 1) a prevenzione unilaterale da parte degli agenti; 2) ad elevato contenuto tecnologico; 3) ove le decisioni degli agenti sono costrette ad esplicarsi in un contesto conoscitivo socratico, caratterizzato dal continuo mutare del quadro delle informazioni scientifiche necessarie per svolgere l’attività in sicurezza; 4) ove gli errori nei processi decisionali degli agenti sono suscettibili di produrre eventi dannosi di magnitudine catastrofica. In questa prospettiva questo studio mette in luce come, di fronte al verificarsi di un danno che vive in un rapporto simbiotico con il rischio (quale appunto è il danno da contagio post-trasfusionale) e che risponde alle caratterizzazioni tassonomiche appena ricordate, la chiave interpretativa individuata (l’analisi del rischio in relazione alle capacità di agire in precauzione dei soggetti che possono prevenire il danno) contribuisca a dipanare in modo sistematico e coerente i molti nodi problematici che l’applicazione delle regole di responsabilità civile ai diversi soggetti coinvolti nella causazione del danno preso in esame rende necessario dirimere. L’analisi del concetto della precauzione si rivela essenziale per guidare l’interprete attraverso le mobili frontiere della causalità giuridica, quando sia necessario stabilire se chi abbia contribuito con la sua condotta illecita ad esporre un terzo al rischio di subire un danno prevenibile da altri soggetti, debba rispondere di questo danno. L’analisi delle regole di responsabilità civile in funzione della loro capacità di esprimere un ideale precauzionale anticipato consente di evidenziare in chiave di comparazione istituzionale le ragioni giureconomiche che rendono desiderabile applicare al soggetto che fornisce e controlla una sostanza foriera di rischi non completamente eliminabili un criterio di imputazione del danno idoneo ad incentivare gli agenti a sviluppare ed implementare iniziative di prevenzione del danno senza attendere passivamente le determinazioni vincolanti adottate dalle autorità di controllo regolamentari.
2007
Trento
Università degli studi di Trento
9788884431981
Izzo, Umberto
La precauzione nella responsabilità civile: analisi di un concetto sul tema del danno da contagio per via trasfusionale / Izzo, Umberto. - ELETTRONICO. - (2007), pp. 1-725. [10.15168/11572_69519]
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