Goethe ministro del granducato di Weimar: com’era utile e bello occuparsi dell’Università di Jena alla fine del Settecento

Che un giovane poeta possa diventare ministro in un piccolo granducato del tardo Settecento, non sembri un'anomalia ai nostri occhi, ormai abituati a vetuste oligarchie di potere che non arretrano nemmeno di fronte alle condanne penali e alle leggi di natura, promettendo riforme che non faranno mai o che faranno male, tra le quali spiccano quella della scuola e quella dell'università. [...] Tenendo conto delle enormi differenze quantitative, esistenti tra il granducato di Weimar, con una sola università sul suo territorio, e un paese come l'Italia all'inizio del terzo millennio, va detto tuttavia, con una punta di rimpianto, che, seppure non sia auspicabile per noi, oggi, un governo di scienziati e di poeti, di tecnici (?) insomma, avendolo sperimentato nel recente passato, un ministro come Goethe però ce lo auguriamo di cuore, anche per una sola legislatura [...].