La maldicenza è un’azione verbale definita da tre parametri in una struttura relativamente costante. Il primo parametro è semantico: il contenuto degli enunciati è negativo e serve sempre a denigrare qualcuno. Il secondo criterio riguarda la struttura della maldicenza: è una comunicazione composta da tre poli,ossia il locutore della maldicenza, l’allocutore al quale è rivolto il discorso e la persona di cui si parla male. Il terzo criterio consiste nell’effetto pragmatico della maldicenza: si vuole sempre nuocere alla persona di cui si parla. La maldicenza insegna che il locutore sparla esclusivamente quando la sua vittima è assente oppure quando non può sentire. Il nostro studio piuttosto sistematico del dialogo nelle commedie di Molière dimostra che il linguaggio drammatico assomiglia a un autentico laboratorio dell’interazione verbale della maldicenza. Prima di tutto la commedia, pur rispettando l’identità dei poli della struttura comunicativa della maldicenza, tende a provocare degli scambi verbali tra il locutore maldicente e la sua vittima. In secondo luogo, i testi teatrali mettono in evidenza il fatto che l’enunciazione della maldicenza utilizza delle strategie discorsive che spesso nascondono la sua attività maldicente. La maldicenza è sempre un’attività ipocrita. Infine, la parola maldicente struttura in gran parte la totalità del dialogo delle commedie, diffondendo rivelazioni, tematiche e informazioni di cui approfittano sia gli altri personaggi che gli spettatori. Si è scoperto anche che i drammaturghi non esitano a denigrare un proprio personaggio, attribuendogli un discorso insostenibile o indifendibile.
Structure, énonciation, pragmatique de la médisance au théatre / Dufiet, Jean Paul. - STAMPA. - (2006), pp. 271-292.
Structure, énonciation, pragmatique de la médisance au théatre
Dufiet, Jean Paul
2006-01-01
Abstract
La maldicenza è un’azione verbale definita da tre parametri in una struttura relativamente costante. Il primo parametro è semantico: il contenuto degli enunciati è negativo e serve sempre a denigrare qualcuno. Il secondo criterio riguarda la struttura della maldicenza: è una comunicazione composta da tre poli,ossia il locutore della maldicenza, l’allocutore al quale è rivolto il discorso e la persona di cui si parla male. Il terzo criterio consiste nell’effetto pragmatico della maldicenza: si vuole sempre nuocere alla persona di cui si parla. La maldicenza insegna che il locutore sparla esclusivamente quando la sua vittima è assente oppure quando non può sentire. Il nostro studio piuttosto sistematico del dialogo nelle commedie di Molière dimostra che il linguaggio drammatico assomiglia a un autentico laboratorio dell’interazione verbale della maldicenza. Prima di tutto la commedia, pur rispettando l’identità dei poli della struttura comunicativa della maldicenza, tende a provocare degli scambi verbali tra il locutore maldicente e la sua vittima. In secondo luogo, i testi teatrali mettono in evidenza il fatto che l’enunciazione della maldicenza utilizza delle strategie discorsive che spesso nascondono la sua attività maldicente. La maldicenza è sempre un’attività ipocrita. Infine, la parola maldicente struttura in gran parte la totalità del dialogo delle commedie, diffondendo rivelazioni, tematiche e informazioni di cui approfittano sia gli altri personaggi che gli spettatori. Si è scoperto anche che i drammaturghi non esitano a denigrare un proprio personaggio, attribuendogli un discorso insostenibile o indifendibile.File | Dimensione | Formato | |
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