Il saggio indaga il tema della “sostituzione” dei monumenti in Trentino, Land tirolese di cultura italiana che dopo il 1918 è annesso al Regno d’Italia. Per tutto il successivo ventennio il territorio nel suo insieme, con i campi di battaglia, i cimiteri di guerra, gli ossari e i monumenti, è celebrato come presidio e simbolo della vittoria conseguita nella prima guerra mondiale, rafforzando l’italianità anche attraverso il radicamento negli ideali delle lotte risorgimentali. In questo arco temporale demolizioni, restauri e nuove costruzioni costituiscono il frutto del continuo alternarsi di memorie e amnesie. Alcuni di questi monumenti possono essere paragonati a documenti, i cui testi appaiono oggi spesso sbiaditi, incompleti, sovrascritti o semplicemente di difficile comprensione a causa delle alterazioni che hanno subito nel corso del tempo, ma anche della scarsa familiarità con codici un tempo noti a tutti. Forme, simboli e colori che in passato sembravano “gridare” parole perentorie e inequivocabili risultano, in alcuni casi, oscuri, oppure lasciano passanti e amministratori indifferenti. Il saggio si propone, dunque, di ricostruire le storie che durante il Ventennio fascista hanno visto per protagonisti luoghi, monumenti ed edifici, in continuità con le battaglie condotte contro la dominazione austro-ungarica, ma anche con la nuova veste imperiale che lo Stato italiano va assumendo a partire dal 1936. Viene, quindi, affrontata la condizione in cui oggi versano questi manufatti, offrendo il quadro normativo a cui fare riferimento per imporne la conservazione o gestirne la trasformazione. Non va, inoltre, dimenticato che tra le opere realizzate dallo Stato e dal partito fascista vi sono le testimonianze più significative dell’architettura moderna in Italia, la cui tutela rappresenta spesso un’operazione complessa per la difficoltà di conservare materiali e tecniche sperimentali, ma anche per la povertà dei mezzi a disposizione in anni di crisi e di autarchia. Si è pertanto convinti che le questioni inerenti questi “relitti” di regimi infranti debbano rientrare in un campo tecnico, distinguendo il giudizio morale e politico dal valore del storico-artistico, perché da quegli anni di straordinario dibattito sono uscite anche straordinarie opere di architettura. La conservazione, talvolta difficile, dei documenti di pietra e la loro inalterabilità sono, quindi, obiettivi primari; il loro studio e il dibattito culturale sul passato che ne consegue sono, infatti, possibili solo attraverso la salvaguardia dell’autenticità dei frammenti rimasti.

Dalle memorie risorgimentali alle architetture del Ventennio fascista. Demolizioni, restauri e nuovi monumenti in Trentino dal 1918 ad oggi/Von den Erinnerungen des „Risorgimento” zu den Bauten des faschistischen Ventennio. Abbrüche, Restaurierungen und neue Denkmäler im Trentino von 1918 bis heute

Volpi, Cristiana;Campolongo, Fabio
2013-01-01

Abstract

Il saggio indaga il tema della “sostituzione” dei monumenti in Trentino, Land tirolese di cultura italiana che dopo il 1918 è annesso al Regno d’Italia. Per tutto il successivo ventennio il territorio nel suo insieme, con i campi di battaglia, i cimiteri di guerra, gli ossari e i monumenti, è celebrato come presidio e simbolo della vittoria conseguita nella prima guerra mondiale, rafforzando l’italianità anche attraverso il radicamento negli ideali delle lotte risorgimentali. In questo arco temporale demolizioni, restauri e nuove costruzioni costituiscono il frutto del continuo alternarsi di memorie e amnesie. Alcuni di questi monumenti possono essere paragonati a documenti, i cui testi appaiono oggi spesso sbiaditi, incompleti, sovrascritti o semplicemente di difficile comprensione a causa delle alterazioni che hanno subito nel corso del tempo, ma anche della scarsa familiarità con codici un tempo noti a tutti. Forme, simboli e colori che in passato sembravano “gridare” parole perentorie e inequivocabili risultano, in alcuni casi, oscuri, oppure lasciano passanti e amministratori indifferenti. Il saggio si propone, dunque, di ricostruire le storie che durante il Ventennio fascista hanno visto per protagonisti luoghi, monumenti ed edifici, in continuità con le battaglie condotte contro la dominazione austro-ungarica, ma anche con la nuova veste imperiale che lo Stato italiano va assumendo a partire dal 1936. Viene, quindi, affrontata la condizione in cui oggi versano questi manufatti, offrendo il quadro normativo a cui fare riferimento per imporne la conservazione o gestirne la trasformazione. Non va, inoltre, dimenticato che tra le opere realizzate dallo Stato e dal partito fascista vi sono le testimonianze più significative dell’architettura moderna in Italia, la cui tutela rappresenta spesso un’operazione complessa per la difficoltà di conservare materiali e tecniche sperimentali, ma anche per la povertà dei mezzi a disposizione in anni di crisi e di autarchia. Si è pertanto convinti che le questioni inerenti questi “relitti” di regimi infranti debbano rientrare in un campo tecnico, distinguendo il giudizio morale e politico dal valore del storico-artistico, perché da quegli anni di straordinario dibattito sono uscite anche straordinarie opere di architettura. La conservazione, talvolta difficile, dei documenti di pietra e la loro inalterabilità sono, quindi, obiettivi primari; il loro studio e il dibattito culturale sul passato che ne consegue sono, infatti, possibili solo attraverso la salvaguardia dell’autenticità dei frammenti rimasti.
2013
Umstrittene Denkmale. Der Umgang mit dem Erbe der Diktaturen/Monumenti controversi. Come gestire l’eredità delle dittature
Holzminden
Verlag Jörg Mitzkat
978-3-940751-72-0
Volpi, Cristiana; Campolongo, Fabio
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