A causa del nuovamente crescente interesse per un approccio computazionalista alla filosofia della mente, dovuto in parte significativa alla possibilità di applicare nuovi e più raffinati strumenti computazionali – teorici e pratici – allo studio delle neuroscienze, lo scritto si propone di esaminare la fondatezza della spiegazione offerta dal modello di mentale e di operazione mentale sottesoall’approccio suddetto. Per sviluppare tale esame, si segue il duplice filo conduttore della domanda sulla legittimità di parlare di “rappresentazioni computazionali” e sulla legittimità esplicativa di tali costrutti teorici, sulla scorta delle riflessioni di William Ramsey. Lo scritto si articola come segue. Il primo capitolo si propone di chiarire il concetto di “rappresentazione computazionale” esaminando la sua genesi storica in seno al contrasto tra Comportamentismo e Cognitivismo, allo stesso tempo sforzandosi di reperire i principi-cardine che hanno guidato la costruzione del modello di mente in esame. Il secondo e il terzo capitolo proseguono il chiarimento storico-teoretico prendendo in esame il funzionamento concreto dei modelli paradigmatici di computazione, ideali e concreti. Al termine dei tre capitoli, si argomenta che la stretta connessione con il Comportamentismo, nonché con l'idea di scienza come metodo sperimentale incentrato sulla riproducibilità a esso sotteso, conduce a porre un modello che pare impossibilitato in linea di principio a produrre rappresentazioni. Secondo il parere dell'autore, a causa delle specifiche ragioni di suddetta impossibilità, il modello di mente computazionale soffre gli stessi limiti che Cassirer aveva a suo tempo obbiettato alla pretesa compiutezza degli approcci Hilbertiani di stampo finitista all'artimetica; il suo carattere riduzionistico, inoltre, lo rende vulnerabile alla questione già Husserliana di confondere il problema della causa naturale del pensare con il problema della fondazione della conoscenza da parte del pensiero razionale. Un'argomentazione autonoma in difesa di queste ultime conclusioni viene proposta nel capitolo conclusivo.

On Computational Representations as Explanatory Tools for Intensional Reference / Guazzini, Jodi. - (2020 Nov 13), pp. 1-206. [10.15168/11572_277716]

On Computational Representations as Explanatory Tools for Intensional Reference

Guazzini, Jodi
2020-11-13

Abstract

A causa del nuovamente crescente interesse per un approccio computazionalista alla filosofia della mente, dovuto in parte significativa alla possibilità di applicare nuovi e più raffinati strumenti computazionali – teorici e pratici – allo studio delle neuroscienze, lo scritto si propone di esaminare la fondatezza della spiegazione offerta dal modello di mentale e di operazione mentale sottesoall’approccio suddetto. Per sviluppare tale esame, si segue il duplice filo conduttore della domanda sulla legittimità di parlare di “rappresentazioni computazionali” e sulla legittimità esplicativa di tali costrutti teorici, sulla scorta delle riflessioni di William Ramsey. Lo scritto si articola come segue. Il primo capitolo si propone di chiarire il concetto di “rappresentazione computazionale” esaminando la sua genesi storica in seno al contrasto tra Comportamentismo e Cognitivismo, allo stesso tempo sforzandosi di reperire i principi-cardine che hanno guidato la costruzione del modello di mente in esame. Il secondo e il terzo capitolo proseguono il chiarimento storico-teoretico prendendo in esame il funzionamento concreto dei modelli paradigmatici di computazione, ideali e concreti. Al termine dei tre capitoli, si argomenta che la stretta connessione con il Comportamentismo, nonché con l'idea di scienza come metodo sperimentale incentrato sulla riproducibilità a esso sotteso, conduce a porre un modello che pare impossibilitato in linea di principio a produrre rappresentazioni. Secondo il parere dell'autore, a causa delle specifiche ragioni di suddetta impossibilità, il modello di mente computazionale soffre gli stessi limiti che Cassirer aveva a suo tempo obbiettato alla pretesa compiutezza degli approcci Hilbertiani di stampo finitista all'artimetica; il suo carattere riduzionistico, inoltre, lo rende vulnerabile alla questione già Husserliana di confondere il problema della causa naturale del pensare con il problema della fondazione della conoscenza da parte del pensiero razionale. Un'argomentazione autonoma in difesa di queste ultime conclusioni viene proposta nel capitolo conclusivo.
13-nov-2020
XXXII
2018-2019
Psicologia e scienze cognitive (29/10/12-)
Cognitive Science
Dell'Antonio, Sara
no
Inglese
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Descrizione: Manoscritto tesi di dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato (Doctoral Thesis)
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