Quanti (e quali) sono i criteri risolutivi in tema di concorso apparente di norme? Questa è la domanda che più comunemente ci si pone nell’approcciare l’ostico terreno della convergenza di fattispecie. Il lavoro che si presenta muove invece da una differente, seppur intimamente connessa, prospettiva: quali sono, a monte, i principi regolatori del concorso apparente di norme e del concorso formale di reati? Solo in un secondo momento, dalla ricognizione di questi, si potrà procedere a fornire una risposta alla prima questione. Pertanto, si è posta attenzione al divieto sostanziale di bis in idem, nonché ai possibili riferimenti normativi, costituzionali e sovranazionali, idonei a legittimarne l’esistenza nell’ordinamento giuridico italiano. Il metodo d’indagine prescelto si sviluppa pertanto su due diverse direttive: da un lato, la comparazione con l’ordinamento tedesco, che presenta premesse dogmatiche ampiamente sovrapponibili a quelle poste dalla scienza penalistica italiana, seppur rimanendo caratterizzato da talune peculiarità che rendono estremamente proficua un’indagine sul tema (su tutte, la presenza di un generale divieto di doppia punizione, Doppelbestrafungsverbot, nella Carta costituzionale tedesca, in relazione al quale manca uno speculare referente in quella italiana). Dall’altro, una ricognizione della più recente giurisprudenza convenzionale ed eurounitaria in tema di ne bis in idem processuale, nonché dei rapporti fra questo ed il principio di proporzionalità fra fatto e sanzione. Su entrambi i versanti la tradizionale collocazione della preclusione sul piano processuale cede oggi parzialmente il passo a considerazioni di stampo valoriale, che portano ad interrogarsi sulla necessità di elaborare un autonomo divieto di ne bis in idem agente sul terreno del diritto penale sostanziale. Preclusione, questa, della quale si rende infine necessario analizzare i risvolti applicativi, tanto sul terreno del concorso apparente di norme, quanto su quello del concorso formale di reati. È in quest’ultimo senso, cioè in relazione ai rapporti fra i principi costituzionali ed i fenomeni di convergenza di fattispecie, che ci si muove nella presente indagine.

Il ne bis in idem sostanziale nella convergenza di fattispecie incriminatrici / Pezzi, Enrico. - (2020 Mar 10), pp. 1-325. [10.15168/11572_253473]

Il ne bis in idem sostanziale nella convergenza di fattispecie incriminatrici

Pezzi, Enrico
2020-03-10

Abstract

Quanti (e quali) sono i criteri risolutivi in tema di concorso apparente di norme? Questa è la domanda che più comunemente ci si pone nell’approcciare l’ostico terreno della convergenza di fattispecie. Il lavoro che si presenta muove invece da una differente, seppur intimamente connessa, prospettiva: quali sono, a monte, i principi regolatori del concorso apparente di norme e del concorso formale di reati? Solo in un secondo momento, dalla ricognizione di questi, si potrà procedere a fornire una risposta alla prima questione. Pertanto, si è posta attenzione al divieto sostanziale di bis in idem, nonché ai possibili riferimenti normativi, costituzionali e sovranazionali, idonei a legittimarne l’esistenza nell’ordinamento giuridico italiano. Il metodo d’indagine prescelto si sviluppa pertanto su due diverse direttive: da un lato, la comparazione con l’ordinamento tedesco, che presenta premesse dogmatiche ampiamente sovrapponibili a quelle poste dalla scienza penalistica italiana, seppur rimanendo caratterizzato da talune peculiarità che rendono estremamente proficua un’indagine sul tema (su tutte, la presenza di un generale divieto di doppia punizione, Doppelbestrafungsverbot, nella Carta costituzionale tedesca, in relazione al quale manca uno speculare referente in quella italiana). Dall’altro, una ricognizione della più recente giurisprudenza convenzionale ed eurounitaria in tema di ne bis in idem processuale, nonché dei rapporti fra questo ed il principio di proporzionalità fra fatto e sanzione. Su entrambi i versanti la tradizionale collocazione della preclusione sul piano processuale cede oggi parzialmente il passo a considerazioni di stampo valoriale, che portano ad interrogarsi sulla necessità di elaborare un autonomo divieto di ne bis in idem agente sul terreno del diritto penale sostanziale. Preclusione, questa, della quale si rende infine necessario analizzare i risvolti applicativi, tanto sul terreno del concorso apparente di norme, quanto su quello del concorso formale di reati. È in quest’ultimo senso, cioè in relazione ai rapporti fra i principi costituzionali ed i fenomeni di convergenza di fattispecie, che ci si muove nella presente indagine.
10-mar-2020
XXXII
2018-2019
Facoltà di Giurisprudenza (29/10/12-)
Comparative and European Legal Studies
Melchionda, Alessandro
no
Italiano
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Tipologia: Tesi di dottorato (Doctoral Thesis)
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