Il contributo prende le mosse dalla riflessione di Jean Bodel, che divide l'epica in tre materie: di Roma (classica), di Bretagna (arturiana) e di Francia; quest’ultima ebbe un grande successo e per riproporre in situazioni diverse personaggi già noti al pubblico, gli autori cominciarono ad inventare dinastie per gli eroi celebri, al fine di aumentare il volume narrativo. Nel tentativo di organizzare tale vasto materiale, si cominciò a parlare di cicli. Bertrand de Bar-sur-Aube propose tre cicli: Carolingio, dei 'vassalli ribelli', di Guglielmo d'Orange. In seguito, il nuovo entusiasmo verso i classici greci e latini, in età umanistica, condizionò talmente l'immaginario collettivo che l’epica cavalleresca, fino ad allora indifferente alla trazione classica, ne fu contagiata. In Boiardo, Achille e Rodomonte possono incarnare un'identica natura, idea impossibile fino a pochi anni prima. Il riuso dell’epica classica è abbondante nell' 'Innamorato', in cui sfilano la Sfinge, Medusa, imitazioni di Polifemo, di Atalanta, di Ippomene e di Ettore trascinato dal carro d'Achille. Non solo: vengono inseriti nell'intreccio intere storie tratte dall'epica classica, come ad esempio la vicenda di Narciso e l'inseguimento della Fortuna. La ripresa dei motivi classici è presente in Ariosto sin dal titolo, che si rifà palesemente all' 'Ercule furens' di Seneca. Il proemio si ricollega a Virgilio e Omero attraverso il verbo 'canto' che riprende puntualmente il 'cano' virgiliano e l' 'ἄειδε' omerico dell' 'Iliade'. La prima scena, l'epico assedio di Parigi, ha come riferimenti 'Iliade' ed 'Eneide' e gli atti e il carattere di Rodomonte sono modellati su quelli di Turno. La ricostruzione della stessa figura di Orlando in Ariosto, discostandosi dai canoni dell'epica carolingia, ricorda da vicino quella di Achille. L’incontro a posteriori avviene anche nei cicli dei vassalli ribelli, grazie alle peculiari riprese del personaggio di Rinaldo, e Narbonese, per merito della penna di Andrea da Barberino; egli, ad esempio, sul modello virgiliano inventa altri due troiani transfughi che, alla maniera di Enea, fondano Londra e Parigi, dando vita rispettivamente ai popoli inglese e francese. La ricezione successiva dei cicli proposti da Bertrand risentirà per sempre di tale incontro a posteriori e le rielaborazioni letterarie e artistiche dell’epica cavalleresca non distingueranno più gli elementi dell’una o dell’altra materia: dal melodramma al teatro dei pupi, da Walter Scott a Oriana Fallaci, passando per Italo Calvino, la percezione ed il riuso delle vicende dei tre cicli del Girart de Vienne saranno per sempre legate all’immaginario costruito da questo vivificante incontro a posteriori fra epica classica ed epica cavalleresca.

La fortuna della ciclizzazione del Girart de Vienne: tracce e riutilizzi diacronici dei cicli proposti da Bertrand de Bar-sur-Aube. Incontro a posteriori fra epica cavalleresca ed epica classica greca e latina / Musacchio, Pierfrancesco. - STAMPA. - (2019), pp. 107-137.

La fortuna della ciclizzazione del Girart de Vienne: tracce e riutilizzi diacronici dei cicli proposti da Bertrand de Bar-sur-Aube. Incontro a posteriori fra epica cavalleresca ed epica classica greca e latina.

Musacchio, Pierfrancesco
2019-01-01

Abstract

Il contributo prende le mosse dalla riflessione di Jean Bodel, che divide l'epica in tre materie: di Roma (classica), di Bretagna (arturiana) e di Francia; quest’ultima ebbe un grande successo e per riproporre in situazioni diverse personaggi già noti al pubblico, gli autori cominciarono ad inventare dinastie per gli eroi celebri, al fine di aumentare il volume narrativo. Nel tentativo di organizzare tale vasto materiale, si cominciò a parlare di cicli. Bertrand de Bar-sur-Aube propose tre cicli: Carolingio, dei 'vassalli ribelli', di Guglielmo d'Orange. In seguito, il nuovo entusiasmo verso i classici greci e latini, in età umanistica, condizionò talmente l'immaginario collettivo che l’epica cavalleresca, fino ad allora indifferente alla trazione classica, ne fu contagiata. In Boiardo, Achille e Rodomonte possono incarnare un'identica natura, idea impossibile fino a pochi anni prima. Il riuso dell’epica classica è abbondante nell' 'Innamorato', in cui sfilano la Sfinge, Medusa, imitazioni di Polifemo, di Atalanta, di Ippomene e di Ettore trascinato dal carro d'Achille. Non solo: vengono inseriti nell'intreccio intere storie tratte dall'epica classica, come ad esempio la vicenda di Narciso e l'inseguimento della Fortuna. La ripresa dei motivi classici è presente in Ariosto sin dal titolo, che si rifà palesemente all' 'Ercule furens' di Seneca. Il proemio si ricollega a Virgilio e Omero attraverso il verbo 'canto' che riprende puntualmente il 'cano' virgiliano e l' 'ἄειδε' omerico dell' 'Iliade'. La prima scena, l'epico assedio di Parigi, ha come riferimenti 'Iliade' ed 'Eneide' e gli atti e il carattere di Rodomonte sono modellati su quelli di Turno. La ricostruzione della stessa figura di Orlando in Ariosto, discostandosi dai canoni dell'epica carolingia, ricorda da vicino quella di Achille. L’incontro a posteriori avviene anche nei cicli dei vassalli ribelli, grazie alle peculiari riprese del personaggio di Rinaldo, e Narbonese, per merito della penna di Andrea da Barberino; egli, ad esempio, sul modello virgiliano inventa altri due troiani transfughi che, alla maniera di Enea, fondano Londra e Parigi, dando vita rispettivamente ai popoli inglese e francese. La ricezione successiva dei cicli proposti da Bertrand risentirà per sempre di tale incontro a posteriori e le rielaborazioni letterarie e artistiche dell’epica cavalleresca non distingueranno più gli elementi dell’una o dell’altra materia: dal melodramma al teatro dei pupi, da Walter Scott a Oriana Fallaci, passando per Italo Calvino, la percezione ed il riuso delle vicende dei tre cicli del Girart de Vienne saranno per sempre legate all’immaginario costruito da questo vivificante incontro a posteriori fra epica classica ed epica cavalleresca.
2019
Ghidoni, A.; Guariglia, F.; Lecco, M.; Mascitelli, C.; Montorsi, F.; Musacchio, P.; Strologo, F.; Villoresi, M.
Studi sulla letteratura cavalleresca in Francia e in Italia (secoli XIII-XVI). Ediz. italiana e francese. Vol. 2.
Alessandria
Edizioni dell'Orso srl
9788862749794
Musacchio, Pierfrancesco
La fortuna della ciclizzazione del Girart de Vienne: tracce e riutilizzi diacronici dei cicli proposti da Bertrand de Bar-sur-Aube. Incontro a posteriori fra epica cavalleresca ed epica classica greca e latina / Musacchio, Pierfrancesco. - STAMPA. - (2019), pp. 107-137.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11572/250028
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact