Il presente studio intende esplorare la natura dell’istituto giuridico delle Indicazioni geografiche attraverso la comparazione del sistema europeo con il sistema cinese, passando per la discussa affermazione dell’istituto a livello internazionale. La comparazione, infatti, è uno degli strumenti giuridici più efficaci per riuscire ad astrarsi dal proprio sistema adot-tando una prospettiva che consenta di comprenderlo. L’interesse per tale argomento nasce sullo spunto offerto da un caso pratico che è stato sottoposto all’attenzione dell’Ambasciata d’Italia a Pechino nel 2015: un Consorzio italiano si è visto rifiutare la registrazione della indicazione geografica che rappresentava, non riuscendo ad ottenerne tutela nel territorio cinese. La vicenda, conclusasi positivamente grazie all’intervento delle autorità italiane, consente di prendere atto della dimensione transnazionale delle indicazioni geografiche, un fenomeno che non si esaurisce a livello ita-liano né europeo. Nello studio, dunque, si procede approfondendo la dimensione europea (Cap. I), internazionale (Cap. II) e cinese (Cap. III) dell’istituto in oggetto per svelare i mec-canismi e gli interessi che consentono ad un toponimo di veicolare la qualità, la storia e la tradizione dei suoi frutti. Il Capitolo I del presente studio inizia concentrandosi sul binomio “locale” e “globa-le”, due termini ossimorici che contribuiscono in egual misura a spiegare la nascita e diffu-sione delle indicazioni geografiche. Se il primo rappresenta l’essenza del suddetto istituto, il secondo, che evoca la dimensione planetaria, spiega il diffondersi dei prodotti nonché la necessità di trovare una soluzione con riferimento alla loro tutela. Si proseguirà constatando come tale dematerializzazione dei confini abbia comportato la nascita di movimenti cul-turali identitari che mirano alla conservazione e valorizzazione del patrimonio tradizionale, nel quale comincia ad essere ricompreso anche l’oggetto delle indicazioni geografiche. Una simile impostazione dà adito alla discussione circa la natura giuridica dell’istituto, il quale infatti, per alcuni, dovrebbe trascendere dai meri interessi dei produttori di cui si fanno vei-colo i diritti di proprietà intellettuale. Pur abbracciando l’idea per cui le indicazioni geogra-fiche consentono di tutelare il patrimonio culturale dell’Unione, il legislatore europeo adot-ta ugualmente uno strumento di proprietà intellettuale: con la specificazione che si tratta di un sistema sui generis. Occorrerà, allora, chiarire cosa comporti la natura ibrida, privatistica e pubblicistica, delle indicazioni geografiche e come queste ultime si distinguano dai marchi. Entrambi gli strumenti concorrono ad offrire protezione all’origine geografica dei prodotti europei, andando a delineare un complesso sistema di cui si cercherà di dare atto nel capitolo, analizzando la disciplina sui marchi, sulle indicazioni geografiche e sulle indicazio-ni geografiche semplici. Il Capitolo II prosegue approfondendo l’istituto nella sua dimensione nazionale, con-centrandosi esemplificativamente sul sistema italiano. Così facendo si possono indagare i rapporti tra diritto nazionale ed europeo in materia, nonché descrivere la situazione di uno dei Paesi che si distingue a livello globale per numero di Ig: indicazioni geografiche, marchi e altri strumenti locali convivono nel suo sistema. Nell’Unione europea l’Italia non si di-stingue solo per la ricchezza del suo patrimonio enogastronomico ma anche per l’efficacia dell’azione dell’autorità designata a tutela della qualità italiana, l’ICQRF, additato quale best practice in Ue per la repressione di violazioni nel territorio europeo e sul web. Proprio la dimensione telematica internazionale consente di esplorare la questione della titolarità delle Ig quali diritti di privativa, nonché mostra chiaramente come il fenomeno della contraffa-zione trovi un terreno fertile nel web. Il caso della contraffazione nelle piattaforme on-line cinesi (in particolare nella forma dell’evocazione) testimonia simili problematiche. Diventa allora necessario chiarire cosa prevedano le norme internazionali in materia di indicazioni geografiche ed il livello di tutela offerto all’istituto in sede transnazionale. Il Capitolo III offre un caso concreto di implementazione delle norme internazionali in un Paese che, fino a pochi anni fa, era privo di qualsiasi disposizione in materia: la Cina. Affrontare il sistema giuridico cinese appare interessante, oltre che per il peso economico che oggi le viene riconosciuto a livello internazionale, in virtù dell’interesse europeo ed ita-liano ad investire in paese in continua crescita demografica ed economica. Per tale ragione verrà proposto un caso studio avente ad oggetto la denominazione “Prosecco” al fine di sottolineare rischi e benefici di un sistema così diverso dal nostro. In secondo luogo, l’importanza dell’agricoltura nonché la ricchezza del patrimonio agroalimentare cinese of-frono un interessante riflessione in termini di sviluppo presente e futuro dell’istituto nel territorio asiatico. In concreto, si affronteranno problemi e soluzioni dell’attuale disciplina cinese in materia di Ig, attraverso un’analisi speculare a quella effettuata nel Capitolo I sull’Unione europea. Con il presente studio dunque si intendono mettere in luce gli aspetti cruciali della di-sciplina in materia di indicazioni geografiche: cosa sono, che messaggio veicolano, quali so-no gli interessi sottesi a tale strumento e le sue possibili evoluzioni future.

La protezione delle indicazioni geografiche: il sistema europeo e il sistema cinese a confronto / Cogo, Marta. - ELETTRONICO. - (2019). [10.15168/11572_240892]

La protezione delle indicazioni geografiche: il sistema europeo e il sistema cinese a confronto

Cogo, Marta
2019-01-01

Abstract

Il presente studio intende esplorare la natura dell’istituto giuridico delle Indicazioni geografiche attraverso la comparazione del sistema europeo con il sistema cinese, passando per la discussa affermazione dell’istituto a livello internazionale. La comparazione, infatti, è uno degli strumenti giuridici più efficaci per riuscire ad astrarsi dal proprio sistema adot-tando una prospettiva che consenta di comprenderlo. L’interesse per tale argomento nasce sullo spunto offerto da un caso pratico che è stato sottoposto all’attenzione dell’Ambasciata d’Italia a Pechino nel 2015: un Consorzio italiano si è visto rifiutare la registrazione della indicazione geografica che rappresentava, non riuscendo ad ottenerne tutela nel territorio cinese. La vicenda, conclusasi positivamente grazie all’intervento delle autorità italiane, consente di prendere atto della dimensione transnazionale delle indicazioni geografiche, un fenomeno che non si esaurisce a livello ita-liano né europeo. Nello studio, dunque, si procede approfondendo la dimensione europea (Cap. I), internazionale (Cap. II) e cinese (Cap. III) dell’istituto in oggetto per svelare i mec-canismi e gli interessi che consentono ad un toponimo di veicolare la qualità, la storia e la tradizione dei suoi frutti. Il Capitolo I del presente studio inizia concentrandosi sul binomio “locale” e “globa-le”, due termini ossimorici che contribuiscono in egual misura a spiegare la nascita e diffu-sione delle indicazioni geografiche. Se il primo rappresenta l’essenza del suddetto istituto, il secondo, che evoca la dimensione planetaria, spiega il diffondersi dei prodotti nonché la necessità di trovare una soluzione con riferimento alla loro tutela. Si proseguirà constatando come tale dematerializzazione dei confini abbia comportato la nascita di movimenti cul-turali identitari che mirano alla conservazione e valorizzazione del patrimonio tradizionale, nel quale comincia ad essere ricompreso anche l’oggetto delle indicazioni geografiche. Una simile impostazione dà adito alla discussione circa la natura giuridica dell’istituto, il quale infatti, per alcuni, dovrebbe trascendere dai meri interessi dei produttori di cui si fanno vei-colo i diritti di proprietà intellettuale. Pur abbracciando l’idea per cui le indicazioni geogra-fiche consentono di tutelare il patrimonio culturale dell’Unione, il legislatore europeo adot-ta ugualmente uno strumento di proprietà intellettuale: con la specificazione che si tratta di un sistema sui generis. Occorrerà, allora, chiarire cosa comporti la natura ibrida, privatistica e pubblicistica, delle indicazioni geografiche e come queste ultime si distinguano dai marchi. Entrambi gli strumenti concorrono ad offrire protezione all’origine geografica dei prodotti europei, andando a delineare un complesso sistema di cui si cercherà di dare atto nel capitolo, analizzando la disciplina sui marchi, sulle indicazioni geografiche e sulle indicazio-ni geografiche semplici. Il Capitolo II prosegue approfondendo l’istituto nella sua dimensione nazionale, con-centrandosi esemplificativamente sul sistema italiano. Così facendo si possono indagare i rapporti tra diritto nazionale ed europeo in materia, nonché descrivere la situazione di uno dei Paesi che si distingue a livello globale per numero di Ig: indicazioni geografiche, marchi e altri strumenti locali convivono nel suo sistema. Nell’Unione europea l’Italia non si di-stingue solo per la ricchezza del suo patrimonio enogastronomico ma anche per l’efficacia dell’azione dell’autorità designata a tutela della qualità italiana, l’ICQRF, additato quale best practice in Ue per la repressione di violazioni nel territorio europeo e sul web. Proprio la dimensione telematica internazionale consente di esplorare la questione della titolarità delle Ig quali diritti di privativa, nonché mostra chiaramente come il fenomeno della contraffa-zione trovi un terreno fertile nel web. Il caso della contraffazione nelle piattaforme on-line cinesi (in particolare nella forma dell’evocazione) testimonia simili problematiche. Diventa allora necessario chiarire cosa prevedano le norme internazionali in materia di indicazioni geografiche ed il livello di tutela offerto all’istituto in sede transnazionale. Il Capitolo III offre un caso concreto di implementazione delle norme internazionali in un Paese che, fino a pochi anni fa, era privo di qualsiasi disposizione in materia: la Cina. Affrontare il sistema giuridico cinese appare interessante, oltre che per il peso economico che oggi le viene riconosciuto a livello internazionale, in virtù dell’interesse europeo ed ita-liano ad investire in paese in continua crescita demografica ed economica. Per tale ragione verrà proposto un caso studio avente ad oggetto la denominazione “Prosecco” al fine di sottolineare rischi e benefici di un sistema così diverso dal nostro. In secondo luogo, l’importanza dell’agricoltura nonché la ricchezza del patrimonio agroalimentare cinese of-frono un interessante riflessione in termini di sviluppo presente e futuro dell’istituto nel territorio asiatico. In concreto, si affronteranno problemi e soluzioni dell’attuale disciplina cinese in materia di Ig, attraverso un’analisi speculare a quella effettuata nel Capitolo I sull’Unione europea. Con il presente studio dunque si intendono mettere in luce gli aspetti cruciali della di-sciplina in materia di indicazioni geografiche: cosa sono, che messaggio veicolano, quali so-no gli interessi sottesi a tale strumento e le sue possibili evoluzioni future.
2019
Trento
Università degli studi di Trento. Facoltà di Giurisprudenza
978-88-8443-857-7
La protezione delle indicazioni geografiche: il sistema europeo e il sistema cinese a confronto / Cogo, Marta. - ELETTRONICO. - (2019). [10.15168/11572_240892]
Cogo, Marta
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