L’articolo si sofferma sulla ricezione delle opere del goriziano Gian Giuseppe Barzellini, funzionario asburgico, matematico e astronomo dilettante, attraverso lo studio delle sue pubblicazioni e della circolazione degli esiti delle sue ricerche. Mentre i lunari e i fortunati manuali commerciali ebbero ricezione prevalentemente locale, alcuni studi astronomici e matematici godettero di una ricezione molto più ampia, italiana ed anche europea (vennero apprezzati da Eustachio Zanotti, da Nevil Maskelyne e conobbero citazioni in riviste di area tedesca «Astronomisches jahrbuch oder Ephemeriden», «Göttingische anzeigen gelehrtensachen», «Allgemeine deutsche Bibliothek»). Notevole fu la ricezione delle sue «Osservazioni meteorologiche», pubblicate a Gorizia e utilizzate a Padova da Giuseppe Toaldo, scienziato con Barzellini collaborò a lungo (stabilendo contatti anche con Melchiorre Cesarotti e con Antonio Mario Lorgna). Grazie a Toaldo, alcune rilevazioni meteorologiche di Barzellini comparvero «Nuovo giornale enciclopedico» di Elisabetta Caminer, sul «Giornale astrometeorologico» dello stesso Toaldo e, da qui, su pubblicazioni tedesche e nord-europee, almeno fino agli anni ’40 del XIX secolo. Il brillante computo Efemeridi arcadiche dalla olimpiade DCXL alla olimpiade DCLXIX; cioè dall’anno 1781 all’anno 1901 , stampato a Gorizia con la benedizione apostolica di papa Pio VI, portò Barzellini all’attenzione dell’Arcadia di Roma e ad ottenere le lodi sulla rivista «Antologia», dando in tal modo all’autore anche un’effimera notorietà in ambito letterario. Nella percezione complessiva dell’attività di Barzellini presso gli storici ha pesato la duplice condizione di scienziato che risultava minore se proiettato sulla scena italiana, austriaca ed europea, ma che assumeva i tratti del dilettante autodidatta capace di brillare e di elevarsi con prepotenza se rapportato ad una realtà come quella goriziana, marginale dal punto di vista politico e culturale. Viene pertanto ancora una volta ribadita l’importanza di vagliare la storia e la produzione editoriale delle aree marginali cercando di adottare una visuale ampia, utile a collocare la produzione e la circolazione periferica di libri, lettere e periodici in estesi flussi di comunicazione scientifica, bibliografica e culturale (sempre che le fonti disponibili, il taglio delle vicende studiate e la caratura dei personaggi coinvolti si prestino ad approfondimenti di questa natura).

I “calcoli barzelliniani”: studi e opere del buchalter Gian Giuseppe Barzellini tra editoria goriziana, stampa italiana, ricezione europea / Gorian, Rudj. - (2018), pp. 197-226.

I “calcoli barzelliniani”: studi e opere del buchalter Gian Giuseppe Barzellini tra editoria goriziana, stampa italiana, ricezione europea

Gorian, Rudj
2018-01-01

Abstract

L’articolo si sofferma sulla ricezione delle opere del goriziano Gian Giuseppe Barzellini, funzionario asburgico, matematico e astronomo dilettante, attraverso lo studio delle sue pubblicazioni e della circolazione degli esiti delle sue ricerche. Mentre i lunari e i fortunati manuali commerciali ebbero ricezione prevalentemente locale, alcuni studi astronomici e matematici godettero di una ricezione molto più ampia, italiana ed anche europea (vennero apprezzati da Eustachio Zanotti, da Nevil Maskelyne e conobbero citazioni in riviste di area tedesca «Astronomisches jahrbuch oder Ephemeriden», «Göttingische anzeigen gelehrtensachen», «Allgemeine deutsche Bibliothek»). Notevole fu la ricezione delle sue «Osservazioni meteorologiche», pubblicate a Gorizia e utilizzate a Padova da Giuseppe Toaldo, scienziato con Barzellini collaborò a lungo (stabilendo contatti anche con Melchiorre Cesarotti e con Antonio Mario Lorgna). Grazie a Toaldo, alcune rilevazioni meteorologiche di Barzellini comparvero «Nuovo giornale enciclopedico» di Elisabetta Caminer, sul «Giornale astrometeorologico» dello stesso Toaldo e, da qui, su pubblicazioni tedesche e nord-europee, almeno fino agli anni ’40 del XIX secolo. Il brillante computo Efemeridi arcadiche dalla olimpiade DCXL alla olimpiade DCLXIX; cioè dall’anno 1781 all’anno 1901 , stampato a Gorizia con la benedizione apostolica di papa Pio VI, portò Barzellini all’attenzione dell’Arcadia di Roma e ad ottenere le lodi sulla rivista «Antologia», dando in tal modo all’autore anche un’effimera notorietà in ambito letterario. Nella percezione complessiva dell’attività di Barzellini presso gli storici ha pesato la duplice condizione di scienziato che risultava minore se proiettato sulla scena italiana, austriaca ed europea, ma che assumeva i tratti del dilettante autodidatta capace di brillare e di elevarsi con prepotenza se rapportato ad una realtà come quella goriziana, marginale dal punto di vista politico e culturale. Viene pertanto ancora una volta ribadita l’importanza di vagliare la storia e la produzione editoriale delle aree marginali cercando di adottare una visuale ampia, utile a collocare la produzione e la circolazione periferica di libri, lettere e periodici in estesi flussi di comunicazione scientifica, bibliografica e culturale (sempre che le fonti disponibili, il taglio delle vicende studiate e la caratura dei personaggi coinvolti si prestino ad approfondimenti di questa natura).
2018
Gorizia: studi e ricerche per il 89. convegno della Deputazione di storia patria per il Friuli
Udine
Deputazione di storia patria per il Friuli
978-88-99948-03-0
Gorian, Rudj
I “calcoli barzelliniani”: studi e opere del buchalter Gian Giuseppe Barzellini tra editoria goriziana, stampa italiana, ricezione europea / Gorian, Rudj. - (2018), pp. 197-226.
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