Nel corso dell’ultima decade le Wireless Community Networks (WCNs) hanno rappresentato un fenomeno in rapida ascesa. Si tratta di infrastrutture peculiari, la cui costituzione risulta esser ascrivibile a dinamiche basate sull’iniziativa spontanea e decentrata, a cui si aggiungono costi esigui relativi al funzionamento che rendono tale tecnologia facilmente utilizzabile anche in zone remote, laddove l’accesso alla Rete non è sempre garantito. È proprio quest’ultimo aspetto, quello della connettività ad Internet, a rappresentare un plus per le reti comunitarie. La messa a disposizione della connessione da parte di uno dei vari gestori di nodi di cui la Community Network (CN) si compone consente l’accesso ad Internet per tutti gli utenti della rete comunitaria. Ciò, tuttavia, espone il gestore del nodo al rischio che utenti della stessa, ma anche terzi, qualora la connessione sia aperta, commettano illeciti. Il presente lavoro mira, pertanto, a fornire una disamina delle possibili implicazioni per le WCNs in termini di responsabilità civile, guardando al contesto nazionale e comunitario. Tale obiettivo verrà perseguito attraverso l’utilizzo del metodo della comparazione normativa e degli studi interdisciplinari relativi al fenomeno giuridico in termini di Law&Technology, nonché mediante l’analisi della giurisprudenza. La trattazione si articolerà in quattro capitoli. Nello specifico, nel corso del primo capitolo, si descriveranno le dinamiche che hanno portato all’affermazione delle reti comunitarie ed il loro funzionamento. Nel corso del secondo capitolo, si cercherà, invece, di approfondire i profili di responsabilità civile configurabili. In particolare, stante l’assenza di una normativa ad hoc atta a disciplinare le WCNs, si rifletterà sulle soluzioni prospettabili, riducendole a tre: la responsabilità dell’utente, quella della CNs e quella del gestore del nodo gateway, come Internet Service Provider (ISP). Si passerà poi all’analisi della concreta attuabilità delle stesse, individuando numerosi profili di criticità, che indurranno a suggerire l’ultima di queste come soluzione più facilmente applicabile. Nel terzo capitolo si provvederà, poi, ad analizzare un recente caso della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza Mc Fadden c. Sony), che offrirà degli interessanti spunti di riflessione sul fenomeno delle reti comunitarie. Nello specifico, fornirà l’occasione per ragionare sulle misure che il gestore di un nodo gateway può in concreto utilizzare per evitare di esser chiamato a rispondere degli illeciti posti in essere attraverso la sua connessione da terzi. Il risultato a cui si perverrà sarà quello secondo cui, la previsione di una password di accesso, accompagnata da un’eventuale previa identificazione dell’utente, rappresenta una misura particolarmente gravosa per il gestore del nodo gateway, in ragione delle differenze strutturali che intercorrono tra le reti comunitarie e la rete Internet. A ciò si aggiungerà, inoltre, l’attuale frammentazione della disciplina comunitaria, che risulterà esser ascrivibile ad una differente implementazione delle direttive da parte degli Stati membri; ciò si tradurrà nella necessità di guardare alla disciplina nazionale, al fine di ricercare una soluzione concreta. In tale contesto, si evidenzierà la necessità di un intervento legislativo, utile non solo a disciplinare ad hoc il fenomeno delle WCNs, ma anche ad armonizzare la disciplina esistente in materia di ISP. Si rileverà, quindi, come le Istituzioni comunitarie, optando per un approccio settoriale, siano giunte alla formulazione di una previsione normativa volta a disciplinare la responsabilità di Online Content Sharing Service Provider, nell’ambito della più ampia proposta di Direttiva Copyright. Nel corso del quarto capitolo si analizzeranno, pertanto, le possibili implicazioni della proposta di riforma, con particolare riguardo ai risvolti che la stesse potrebbero avere per le WCNs. In tal senso verrà evidenziata la difficoltà nell’ipotizzare l’applicabilità della nuova disciplina alle reti comunitarie, sottolineando, di contro, l’insufficenza di una chiara regolamentazione rispetto alle stesse. A fronte di una simile situazione, si suggerirà al gestore di un nodo gateway, qualora intenda condividere la propria connessione ad Internet, di cercare di soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa ai fini di una qualifica in termini di ISP, di modo da poter beneficiare delle esenzioni previste dalla Direttiva 2000/31/CE. A ciò si aggiungerà la possibilità che, laddove alla WCN sia riconosciuta personalità giuridica, ascrivibile ad un’associazione o fondazione, essa potrebbe esser chiamata a rispondere per le violazioni commesse dai propri utenti o da terzi. In tale circostanza, potrebbe esser utile il ricorso ad un’apposita assicurazione ovvero ad accordi di licenza.

Wireless community networks e responsabilità extracontrattuale / Vidorni, Chiara. - ELETTRONICO. - (2019). [10.15168/11572_232423]

Wireless community networks e responsabilità extracontrattuale

Vidorni, Chiara
2019-01-01

Abstract

Nel corso dell’ultima decade le Wireless Community Networks (WCNs) hanno rappresentato un fenomeno in rapida ascesa. Si tratta di infrastrutture peculiari, la cui costituzione risulta esser ascrivibile a dinamiche basate sull’iniziativa spontanea e decentrata, a cui si aggiungono costi esigui relativi al funzionamento che rendono tale tecnologia facilmente utilizzabile anche in zone remote, laddove l’accesso alla Rete non è sempre garantito. È proprio quest’ultimo aspetto, quello della connettività ad Internet, a rappresentare un plus per le reti comunitarie. La messa a disposizione della connessione da parte di uno dei vari gestori di nodi di cui la Community Network (CN) si compone consente l’accesso ad Internet per tutti gli utenti della rete comunitaria. Ciò, tuttavia, espone il gestore del nodo al rischio che utenti della stessa, ma anche terzi, qualora la connessione sia aperta, commettano illeciti. Il presente lavoro mira, pertanto, a fornire una disamina delle possibili implicazioni per le WCNs in termini di responsabilità civile, guardando al contesto nazionale e comunitario. Tale obiettivo verrà perseguito attraverso l’utilizzo del metodo della comparazione normativa e degli studi interdisciplinari relativi al fenomeno giuridico in termini di Law&Technology, nonché mediante l’analisi della giurisprudenza. La trattazione si articolerà in quattro capitoli. Nello specifico, nel corso del primo capitolo, si descriveranno le dinamiche che hanno portato all’affermazione delle reti comunitarie ed il loro funzionamento. Nel corso del secondo capitolo, si cercherà, invece, di approfondire i profili di responsabilità civile configurabili. In particolare, stante l’assenza di una normativa ad hoc atta a disciplinare le WCNs, si rifletterà sulle soluzioni prospettabili, riducendole a tre: la responsabilità dell’utente, quella della CNs e quella del gestore del nodo gateway, come Internet Service Provider (ISP). Si passerà poi all’analisi della concreta attuabilità delle stesse, individuando numerosi profili di criticità, che indurranno a suggerire l’ultima di queste come soluzione più facilmente applicabile. Nel terzo capitolo si provvederà, poi, ad analizzare un recente caso della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza Mc Fadden c. Sony), che offrirà degli interessanti spunti di riflessione sul fenomeno delle reti comunitarie. Nello specifico, fornirà l’occasione per ragionare sulle misure che il gestore di un nodo gateway può in concreto utilizzare per evitare di esser chiamato a rispondere degli illeciti posti in essere attraverso la sua connessione da terzi. Il risultato a cui si perverrà sarà quello secondo cui, la previsione di una password di accesso, accompagnata da un’eventuale previa identificazione dell’utente, rappresenta una misura particolarmente gravosa per il gestore del nodo gateway, in ragione delle differenze strutturali che intercorrono tra le reti comunitarie e la rete Internet. A ciò si aggiungerà, inoltre, l’attuale frammentazione della disciplina comunitaria, che risulterà esser ascrivibile ad una differente implementazione delle direttive da parte degli Stati membri; ciò si tradurrà nella necessità di guardare alla disciplina nazionale, al fine di ricercare una soluzione concreta. In tale contesto, si evidenzierà la necessità di un intervento legislativo, utile non solo a disciplinare ad hoc il fenomeno delle WCNs, ma anche ad armonizzare la disciplina esistente in materia di ISP. Si rileverà, quindi, come le Istituzioni comunitarie, optando per un approccio settoriale, siano giunte alla formulazione di una previsione normativa volta a disciplinare la responsabilità di Online Content Sharing Service Provider, nell’ambito della più ampia proposta di Direttiva Copyright. Nel corso del quarto capitolo si analizzeranno, pertanto, le possibili implicazioni della proposta di riforma, con particolare riguardo ai risvolti che la stesse potrebbero avere per le WCNs. In tal senso verrà evidenziata la difficoltà nell’ipotizzare l’applicabilità della nuova disciplina alle reti comunitarie, sottolineando, di contro, l’insufficenza di una chiara regolamentazione rispetto alle stesse. A fronte di una simile situazione, si suggerirà al gestore di un nodo gateway, qualora intenda condividere la propria connessione ad Internet, di cercare di soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa ai fini di una qualifica in termini di ISP, di modo da poter beneficiare delle esenzioni previste dalla Direttiva 2000/31/CE. A ciò si aggiungerà la possibilità che, laddove alla WCN sia riconosciuta personalità giuridica, ascrivibile ad un’associazione o fondazione, essa potrebbe esser chiamata a rispondere per le violazioni commesse dai propri utenti o da terzi. In tale circostanza, potrebbe esser utile il ricorso ad un’apposita assicurazione ovvero ad accordi di licenza.
2019
Trento
Università degli studi di Trento. Facoltà di Giurisprudenza
978-88-8443-841-6
Wireless community networks e responsabilità extracontrattuale / Vidorni, Chiara. - ELETTRONICO. - (2019). [10.15168/11572_232423]
Vidorni, Chiara
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