L’immensa gravità dell’Olocausto ha piegato il continuum spaziotemporale fino a lacerarlo, compromettendo il rapporto di filiazione che, legando un istante all’altro, ne assicurava uno sviluppo lineare: le capacità conoscitive umane si trovano davanti ad un assurdo irriducibile che, pur facendo parte della realtà, sfugge a qualsiasi tentativo di rappresentazione. Ci si propone qui di analizzare il rapporto tra esattezza dell’evento ed eterno differire dell’esperienza reale in The Twofold Vibration: Federman esplora una temporalità alternativa avvolgendo la narrazione in una spirale attorno all’indicibile, ciò che gli ha impedito di essere sterminato. La consapevolezza di essere una conseguenza illogica del processo storico gli impone una condizione di singolarità in perpetuo divenire, mai accaduta, costretta ad inventare un passato di cui è stata defraudata. La totale mancanza di identità che da ciò deriva lo porta a considerare non solo se stesso, ma l’intera umanità – ogni individuo di cui è composta potrebbe comparire al suo posto – da un punto di vista puramente potenziale: se tale debolezza ontologica del soggetto rompe le regole della prospettiva, ponendo in relazione d’equivalenza passato e futuro, la rinascita continua dell’io all’interno di un tempo costituito di stati sovrapposti e contraddittori gli consente invece di riappropriarsi, seppur temporaneamente, della propria vita opacizzandola, opponendo così una particolare story all’universale history.

«Premembering the future». L’ambiguo tempo del sopravvissuto in The Twofold Vibration di Raymond Federman / Graziani, Lorenzo. - STAMPA. - 1:(2019), pp. 225-239. (Intervento presentato al convegno IX Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca tenutosi a Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" nel 14-16 giugno 2017).

«Premembering the future». L’ambiguo tempo del sopravvissuto in The Twofold Vibration di Raymond Federman.

Lorenzo Graziani
2019-01-01

Abstract

L’immensa gravità dell’Olocausto ha piegato il continuum spaziotemporale fino a lacerarlo, compromettendo il rapporto di filiazione che, legando un istante all’altro, ne assicurava uno sviluppo lineare: le capacità conoscitive umane si trovano davanti ad un assurdo irriducibile che, pur facendo parte della realtà, sfugge a qualsiasi tentativo di rappresentazione. Ci si propone qui di analizzare il rapporto tra esattezza dell’evento ed eterno differire dell’esperienza reale in The Twofold Vibration: Federman esplora una temporalità alternativa avvolgendo la narrazione in una spirale attorno all’indicibile, ciò che gli ha impedito di essere sterminato. La consapevolezza di essere una conseguenza illogica del processo storico gli impone una condizione di singolarità in perpetuo divenire, mai accaduta, costretta ad inventare un passato di cui è stata defraudata. La totale mancanza di identità che da ciò deriva lo porta a considerare non solo se stesso, ma l’intera umanità – ogni individuo di cui è composta potrebbe comparire al suo posto – da un punto di vista puramente potenziale: se tale debolezza ontologica del soggetto rompe le regole della prospettiva, ponendo in relazione d’equivalenza passato e futuro, la rinascita continua dell’io all’interno di un tempo costituito di stati sovrapposti e contraddittori gli consente invece di riappropriarsi, seppur temporaneamente, della propria vita opacizzandola, opponendo così una particolare story all’universale history.
2019
Tempo. Tra esattezza e infinito. Atti IX Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca
Roma
UniversItalia
978-88-3293-198-3
Graziani, Lorenzo
«Premembering the future». L’ambiguo tempo del sopravvissuto in The Twofold Vibration di Raymond Federman / Graziani, Lorenzo. - STAMPA. - 1:(2019), pp. 225-239. (Intervento presentato al convegno IX Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca tenutosi a Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" nel 14-16 giugno 2017).
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