Dopo una premessa di tipo storico-antropologico, si percorrono le diverse definizioni di santuario che si possono reperire in letteratura e nel Magistero della Chiesa, ma anche nel senso comune che i santuari hanno sedimentato nel corso del Novecento. Si avanzerà allora una definizione complessa e possibilmente non banale di santuario, per aprire a una spiegazione dei fenomeni religiosi come radicamento nello spazio e nel tempo. Pur tenendo presente che la pietà mariana non è legata a una località, l’introduzione di spazio e tempo ci mostrano come siano i limiti dell’uomo – specie d’oggi – ad aver bisogno di un luogo “speciale” dove recarsi a pregare e chiedere un’intercessione. Questa prospettiva ne fa dei luoghi rivelatori di una religione che si è localizzata, ad onta o proprio grazie alla dialettica fra istituzione e carisma che anche la devozione per Maria nel corso dei secoli ha realizzato. Punto di partenza è il bisogno profondamente di una distinzione e di una disomogeneità che possano far comprendere che esistono priorità anche nella geografia religiosa e che alcuni luoghi sono distinti dagli altri per importanza, significato e apertura alla trascendenza. L’ultima parte interpreterà lo specifico del sacro di due luoghi di pietà mariana: la Madonna del Grappa e l’Immacolata della chiesa nuova di Longarone. Verrà discussa la loro sacralità, in assenza di ierofanie e quindi al di là o al di qua dell’esperienza del sacro.
I santuari mariani: sacro e fenomenologia del radicamento della pietà mariana / Rech, Giovanna. - STAMPA. - (2017), pp. 101-131.
I santuari mariani: sacro e fenomenologia del radicamento della pietà mariana
Rech, Giovanna
2017-01-01
Abstract
Dopo una premessa di tipo storico-antropologico, si percorrono le diverse definizioni di santuario che si possono reperire in letteratura e nel Magistero della Chiesa, ma anche nel senso comune che i santuari hanno sedimentato nel corso del Novecento. Si avanzerà allora una definizione complessa e possibilmente non banale di santuario, per aprire a una spiegazione dei fenomeni religiosi come radicamento nello spazio e nel tempo. Pur tenendo presente che la pietà mariana non è legata a una località, l’introduzione di spazio e tempo ci mostrano come siano i limiti dell’uomo – specie d’oggi – ad aver bisogno di un luogo “speciale” dove recarsi a pregare e chiedere un’intercessione. Questa prospettiva ne fa dei luoghi rivelatori di una religione che si è localizzata, ad onta o proprio grazie alla dialettica fra istituzione e carisma che anche la devozione per Maria nel corso dei secoli ha realizzato. Punto di partenza è il bisogno profondamente di una distinzione e di una disomogeneità che possano far comprendere che esistono priorità anche nella geografia religiosa e che alcuni luoghi sono distinti dagli altri per importanza, significato e apertura alla trascendenza. L’ultima parte interpreterà lo specifico del sacro di due luoghi di pietà mariana: la Madonna del Grappa e l’Immacolata della chiesa nuova di Longarone. Verrà discussa la loro sacralità, in assenza di ierofanie e quindi al di là o al di qua dell’esperienza del sacro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2017-Rech-Santuari-mariani-Maria-e-il-sacro.pdf
Solo gestori archivio
Descrizione: Capitolo di libro
Tipologia:
Versione editoriale (Publisher’s layout)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
6.28 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.28 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione