La riflessione filosofica sulla virtù ha luogo e data di nascita nei dialoghi platonici, dove il confronto tra Socrate e i Sofisti viene messo in scena, contrapponendo ai maestri di una nuova e brillante forma di paideia il rigore intellettuale e morale del filosofo. A tirare i fili di quella che è a tutti gli effetti una rappresentazione teatrale troviamo il primo scrittore di filosofia della tradizione occidentale: tanto abile nel metterci davanti agli occhi la figura di Socrate come primo filosofo da oscurare il fatto che è lui l’artefice di questa straordinaria novità intellettuale, e da celare interamente le sue intenzioni di autore, la sua identità di pensatore. La tradizione interpretativa ha usato metodi diversi per penetrare nel senso della filosofia platonica, trovando spesso un ostacolo nella forma di scrittura scelta dall’autore per rappresentare la filosofia. Focalizzare l’attenzione su quella forma permette invece di cogliere aspetti non secondari delle intenzioni comunicative di Platone, che si avvale di ogni raffinatezza della mimesis poetica per rappresentare la filosofia come pratica drammatica e agonistica, nel vivo di quell’azione che è il dialogo.

Il teatro platonico della virtù

de Luise, Fulvia
2017-01-01

Abstract

La riflessione filosofica sulla virtù ha luogo e data di nascita nei dialoghi platonici, dove il confronto tra Socrate e i Sofisti viene messo in scena, contrapponendo ai maestri di una nuova e brillante forma di paideia il rigore intellettuale e morale del filosofo. A tirare i fili di quella che è a tutti gli effetti una rappresentazione teatrale troviamo il primo scrittore di filosofia della tradizione occidentale: tanto abile nel metterci davanti agli occhi la figura di Socrate come primo filosofo da oscurare il fatto che è lui l’artefice di questa straordinaria novità intellettuale, e da celare interamente le sue intenzioni di autore, la sua identità di pensatore. La tradizione interpretativa ha usato metodi diversi per penetrare nel senso della filosofia platonica, trovando spesso un ostacolo nella forma di scrittura scelta dall’autore per rappresentare la filosofia. Focalizzare l’attenzione su quella forma permette invece di cogliere aspetti non secondari delle intenzioni comunicative di Platone, che si avvale di ogni raffinatezza della mimesis poetica per rappresentare la filosofia come pratica drammatica e agonistica, nel vivo di quell’azione che è il dialogo.
2017
Trento
Università di Trento. Dipartimento di lettere e filosofia
978-88-8443-722-8
de Luise, Fulvia
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