Nella recensione viene messo in rilievo come l'autore del volume, nella sua lunga e articolata disamina non metta in dubbio la rincorsa effettuata da un’Italia, che, marginalizzata dopo i fasti del Rinascimento, ha saputo convergere dopo l’unificazione, a partire inizialmente dagli anni della belle époque, verso i traguardi toccati dai Paesi più dinamici dell’Occidente. Egli per altro sottolinea che l’abbattimento delle distanze non è stato per nulla continuativo, conoscendo fasi di stanca alternate a momenti più dinamici. Attraverso un esame attento soprattutto agli indicatori di carattere quantitativo, fa emergere come dopo una lunga fase di ascesa conosciuta dal paese nel secondo dopoguerra, si sia negli ultimi decenni venuta consolidando una fase di declino sempre più marcato. Le motivazioni che l’autore adduce per spiegare come la storia economica d’Italia sia costituita da un susseguirsi di fasi espansive e fasi recessive, sono riconducibili al ruolo assunto dalle istituzioni e dalle classi dirigenti del Paese. Quando queste si sono dimostrate all’altezza delle sfide provenienti dal contesto internazionale il paese ha saputo porsi nelle condizioni di convergere sul piano tecnologico con le realtà più avanzate, ma nell’ultimo quindicennio tale spinta è venuta meno, portando l’Italia verso un palese e incontestabile declino.
Emanuele Felice, Ascesa e declino. Storia economica d'Italia, Bologna, Il Mulino, 2015
Leonardi, Andrea
2016-01-01
Abstract
Nella recensione viene messo in rilievo come l'autore del volume, nella sua lunga e articolata disamina non metta in dubbio la rincorsa effettuata da un’Italia, che, marginalizzata dopo i fasti del Rinascimento, ha saputo convergere dopo l’unificazione, a partire inizialmente dagli anni della belle époque, verso i traguardi toccati dai Paesi più dinamici dell’Occidente. Egli per altro sottolinea che l’abbattimento delle distanze non è stato per nulla continuativo, conoscendo fasi di stanca alternate a momenti più dinamici. Attraverso un esame attento soprattutto agli indicatori di carattere quantitativo, fa emergere come dopo una lunga fase di ascesa conosciuta dal paese nel secondo dopoguerra, si sia negli ultimi decenni venuta consolidando una fase di declino sempre più marcato. Le motivazioni che l’autore adduce per spiegare come la storia economica d’Italia sia costituita da un susseguirsi di fasi espansive e fasi recessive, sono riconducibili al ruolo assunto dalle istituzioni e dalle classi dirigenti del Paese. Quando queste si sono dimostrate all’altezza delle sfide provenienti dal contesto internazionale il paese ha saputo porsi nelle condizioni di convergere sul piano tecnologico con le realtà più avanzate, ma nell’ultimo quindicennio tale spinta è venuta meno, portando l’Italia verso un palese e incontestabile declino.File | Dimensione | Formato | |
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