Dal 1754, a seguito della sua vendita ad Augusto III, Grande Elettore di Sassonia e Re di Polonia, la Madonna Sistina, dipinta da Raffaello tra il 1512 e il 1513, si trova conservata nella Gemäldegalerie di Dresda. Davanti a essa, quasi per singolare coincidenza, sostano le intelligenze più vivaci della stagione della Deutsche Romantik, dai fratelli August e Friedrich Schlegel a Gries, da Hardenberg (alias Novalis) a Schelling e Fichte. Ad accomunarli è l’invito di Friedrich Schlegel a una “deduzione trascendentale” di Maria, che la Madonna Sistina realizzerebbe al sommo grado: Maria come cioè ideale originario, eterno e necessario della ragione umana. È in particolare a Fichte che si deve la traduzione politica di questa deduzione trascendentale della Madonna: se Cristo è stato il primo a vivere in pienezza il principio di identità dell’uomo con il divino e in tale veste è diventato il “primo cittadino del Regno dei cieli”, Maria realizza in sé il modello prototipico della elezione ante praevisa merita, preconizzando quei “dotti” a cui Fichte affida il compito di realizzare politicamente e storicamente il senso ultimo della “destinazione dell’uomo”.

Mariologia politica e Deutsche Romantik: il caso della Madonna Sistina di Raffaello

Ghia, Francesco
2014-01-01

Abstract

Dal 1754, a seguito della sua vendita ad Augusto III, Grande Elettore di Sassonia e Re di Polonia, la Madonna Sistina, dipinta da Raffaello tra il 1512 e il 1513, si trova conservata nella Gemäldegalerie di Dresda. Davanti a essa, quasi per singolare coincidenza, sostano le intelligenze più vivaci della stagione della Deutsche Romantik, dai fratelli August e Friedrich Schlegel a Gries, da Hardenberg (alias Novalis) a Schelling e Fichte. Ad accomunarli è l’invito di Friedrich Schlegel a una “deduzione trascendentale” di Maria, che la Madonna Sistina realizzerebbe al sommo grado: Maria come cioè ideale originario, eterno e necessario della ragione umana. È in particolare a Fichte che si deve la traduzione politica di questa deduzione trascendentale della Madonna: se Cristo è stato il primo a vivere in pienezza il principio di identità dell’uomo con il divino e in tale veste è diventato il “primo cittadino del Regno dei cieli”, Maria realizza in sé il modello prototipico della elezione ante praevisa merita, preconizzando quei “dotti” a cui Fichte affida il compito di realizzare politicamente e storicamente il senso ultimo della “destinazione dell’uomo”.
2014
2014
Ghia, Francesco
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